sabato 16 marzo 2013

Bisfenolo A: discussione al parlamento europeo

 
IL PROBLEMA E’ PRESO IN CONSIDERAZIONE
C003/5874

(in foto il bisfenolo A)

Segue da precedente: I perturbatori endocrini


Negli ultimi 20 anni i disordini legati al sistema endocrino - quello che regola la produzione degli ormoni - sono aumentati. Gli interferenti endocrini, ovvero quelle sostanze che alterano il normale funzionamento del sistema endocrino, fanno parte del nostro quotidiano: imballaggi alimentari, cosmetici, materiali per l'edilizia, apparecchiature elettroniche...
La relazione della deputata Åsa Westlund richiede la riduzione dell'uso di queste sostanze.
Cattura
Video intervento
 
"L'obiettivo della proposta del Parlamento è quello di trovare un nuovo modo di utilizzare gli interferenti endocrini. È venuto il tempo di un'azione politica chiara. Anche se non abbiamo tutte le risposte, ne sappiamo abbastanza per poter regolare queste sostanze seguendo le giuste misure cautelari" ha dichiarato la deputata socialista svedese Åsa Westlund, relatrice del parlamento europeo.

Quali sono le possibili conseguenze riconducibili agli interferenti endocrini?
La lista è lunga e le patologie sono in aumento: l'incremento dei potenziali disturbi riproduttivi, sotto forma di peggiore qualità dello sperma, cancro ai testicoli, pubertà precoce e malformazione degli organi genitali, ad esempio il criptorchidismo, ossia la mancata discesa dei testicoli nel sacco scrotale durante lo sviluppo del feto, e l'ipospadia, ossia l'apertura dell'uretra nella parte inferiore del pene.
Si assiste anche a un incremento delle malformazioni fetali, dei tumori e dei casi di diabete, e anche l'incidenza dei disturbi dello sviluppo neurologico, quali l'autismo e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

Cosa propone il Parlamento Europeo?
Bisogna adottare rapidamente alcune misure per rafforzare la protezione dei gruppi maggiormente vulnerabili e limitare l'uso di interferenti endocrini in prodotti per la cura della pelle, prodotti tessili e giocattoli.
È inoltre fondamentale prevedere nella vigente legislazione europea test adeguati che consentano di individuare gli interferenti endocrini.

Le motivazioni
 
L'incremento dell'incidenza dei disturbi e delle patologie ormonali negli esseri umani deve essere preso molto seriamente. Il sistema endocrino regola gran parte di ciò che accade nel corpo umano, ivi compresa la riproduzione, il metabolismo, la crescita, l'equilibrio idrosalino e la funzione cardiaca. Si osserva una tendenza preoccupante, in particolare per quanto riguarda la capacità riproduttiva umana, laddove gli interferenti endocrini sono considerati uno dei fattori aggravanti.
Uno dei capisaldi della politica dell'UE in materia di sostanze chimiche è, e deve rimanere, il principio di precauzione. Il fatto che le conoscenze siano incomplete non può costituire un pretesto per l'inazione, giacché sono troppo grandi i rischi di danni irreversibili agli esseri umani e all'ambiente.
Vi sono attualmente circa 27000 rapporti di ricerca sugli interferenti endocrini e i loro effetti sugli esseri umani e sugli animali. È possibile osservare una serie di tendenze preoccupanti.

Negli ultimi vent'anni, si sono moltiplicate le prove del fatto che negli esseri umani sono in aumento i disturbi legati agli ormoni. La diagnosi e l'incidenza di una serie di patologie hanno fatto registrare un drastico aumento a livello globale. Particolarmente significativo è l'incremento dei potenziali disturbi riproduttivi, sotto forma di peggiore qualità dello sperma, cancro ai testicoli, pubertà precoce e malformazione degli organi genitali, ad esempio il criptorchidismo, ossia la mancata discesa dei testicoli nel sacco scrotale durante lo sviluppo del feto, e l'ipospadia, ossia l'apertura dell'uretra nella parte inferiore del pene. Si assiste anche a un incremento delle malformazioni fetali, dei tumori e dei casi di diabete, e anche l'incidenza dei disturbi dello sviluppo neurologico, quali l'autismo e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è in aumento. Nel Regno Unito, le diagnosi di cancro al seno sono quasi raddoppiate rispetto al 1980. Oggi si stima che una donna su nove si ammalerà di cancro al seno nel corso della vita. Un simile cambiamento può essere spiegato soltanto da fattori ambientali esterni.

I nostri geni non sono cambiati così tanto in un periodo tanto breve. Di conseguenza, l'incremento di tali patologie deve essere spiegato da fattori esterni. Questa influenza esterna ha origini diverse, quali ad esempio fattori legati allo stile di vita, agli alimenti e alla nutrizione, agli agenti patogeni, ai farmaci, alle droghe, nonché fattori economici e sociali, come ad esempio lo stress. Studi approfonditi dimostrano inoltre che l'esposizione alle sostanze chimiche è un fattore aggravante. È anche possibile che vi sia una correlazione tra tutti questi fattori, ad esempio il cibo e lo stress possono influenzare il grado di recettività del corpo ad altri fattori.
La tutela della salute umana costituisce un elemento importante della politica dell'UE (articolo 35 del trattato). Onde conseguire tale obiettivo, è importante garantire la piena applicazione del principio di precauzione (articolo 191 del trattato).
Gli interferenti endocrini ambientali sono dunque uno dei fattori che influenzano questo sviluppo preoccupante. Tuttavia, è impossibile determinare con precisione come un particolare interferente endocrino causi una certa patologia. E questo per una serie di motivi:

–    il lungo intervallo di tempo che può trascorrere tra l'esposizione e la comparsa dell'effetto, verosimilmente vari decenni o generazioni;

–    il rischio di effetti avversi varia in termini di grandezza nelle varie fasi dello sviluppo. Le finestre critiche, ad esempio durante lo sviluppo fetale, possono essere molto brevi;

–    nel corso della vita, gli essere umani sono esposti a un vasto numero di prodotti chimici in composti complessi;

–    gli interferenti endocrini possono interagire fra di loro e con gli stessi ormoni del corpo;
 
–    gli interferenti endocrini possono agire a concentrazioni estremamente ridotte e possono avere un effetto maggiore a un dosaggio basso rispetto a uno alto. Laddove la relazione dose-risposta non è monotona aumenta ulteriormente la difficoltà predittiva;
–    la nostra conoscenza del sistema endocrino umano e animale è ancora limitata.
Gli interferenti endocrini si trovano ovunque nel nostro quotidiano: negli imballaggi alimentari, nei prodotti per la cura della pelle, nei cosmetici, nei materiali per l'edilizia, nelle apparecchiature elettroniche, nei mobili e nei pavimenti. Molti prodotti in plastica presenti nelle nostre case e sui nostri luoghi di lavoro contengono una o più sostanze chimiche che si sospetta interferiscano con il sistema endocrino. Per i singoli consumatori è impossibile sapere quali sostanze siano presenti in quali prodotti, in particolare per quei prodotti per i quali non è obbligatorio dichiarare il contenuto.
 
Gli interferenti endocrini sono rilasciati da materiali e prodotti e si accumulano, ad esempio, nella polvere nelle nostre case. Di conseguenza, i bambini piccoli che gattonano sul pavimento e che, fra le altre cose, amano anche portarsi oggetti alla bocca corrono un particolare rischio di esposizione. Ciò è estremamente preoccupante giacché i bambini sono particolarmente esposti agli effetti di queste sostanze.

Le sostanze che si sospetta abbiano proprietà di interferenza endocrina sono numerose e diffuse, il che significa che è impossibile per il singolo consumatore proteggersi. La quantità e la diffusione di queste sostanze rende impossibile anche proteggere le categorie più vulnerabili, in particolare i feti e i bambini di tutte le età, fino all'età adulta. I bambini, i giovani e le donne in età fertile sono gruppi costituiti da individui che si sviluppano rapidamente, per i quali è fondamentale un corretto equilibrio ormonale. Di conseguenza, necessitano di speciale protezione dall'esposizione agli interferenti endocrini. La società deve essere sufficientemente sicura anche per i suoi membri più vulnerabili.
È possibile adottare rapidamente alcune misure per rafforzare la protezione dei gruppi maggiormente vulnerabili. Occorre innanzitutto limitare l'uso di interferenti endocrini in prodotti destinati a specifici gruppi bersaglio, quali prodotti per la cura della pelle, prodotti tessili e giocattoli destinati a un uso specifico. Potrebbero inoltre essere rafforzati i criteri in materia di sicurezza riguardanti la costruzione e il mobilio degli asili, delle scuole e di altri edifici che accolgono i bambini per periodi prolungati. Tuttavia, dal momento che i bambini, i giovani e, in particolare, le donne in età fertile costituiscono una parte integrante e vasta della popolazione, è necessario proteggere tutta la popolazione nel suo insieme.
È fondamentale prevedere nella vigente legislazione europea test adeguati che consentano di individuare gli interferenti endocrini, in particolare nel regolamento relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio (CLP), nel regolamento REACH, nei regolamenti relativi ai prodotti fitosanitari (PPPR), nella direttiva relativa all'immissione sul mercato dei biocidi e nella direttiva sui cosmetici.
Occorre elaborare criteri per stabilire in che modo l'interpretazione di questi test, unitamente ad altre ricerche pertinenti, possa trasformarsi in misure legislative concrete. Poiché si ritiene che gli interferenti endocrini influenzino gli esseri umani e l'ambiente a concentrazioni molto basse e, di conseguenza, è impossibile fissare livelli di esposizione sicuri, il principale approccio nell'ambito di REACH deve essere la limitazione dell'autorizzazione sulla base di criteri socioeconomici, unitamente a piani di sostituzione. Lo sviluppo di criteri e requisiti in materia di sperimentazione deve essere disciplinato dal principio di precauzione. È importante che i criteri e la metodologia che consentono di stabilire se una sostanza interferisce con il sistema endocrino siano il più trasparenti possibili.
La Commissione deve anche prendere l'iniziativa di rivedere e sviluppare tutta la legislazione pertinente, onde tener conto dei rischi di interferenza endocrina. È necessaria una revisione dei vari testi legislativi più approfondita di quanto finora annunciato o di quanto richiesto ai sensi dei singoli atti.
Gran parte del dibattito sugli interferenti endocrini riguarda prodotti e sostanze presenti nei cosmetici, nei mobili, negli apparati elettronici, nei prodotti per l'edilizia, nei giocattoli, nei prodotti tessili e negli alimenti, inclusi gli imballaggi. È pertanto importante che la Commissione riveda le normative esistenti e proponga nuovi testi legislativi in questi settori, al fine di proteggere le persone dalle sostanze con proprietà di interferenza endocrina.
È particolarmente importante che vi siano requisiti riguardanti le sostanze chimiche per le categorie di prodotti con cui vengono a contatto i bambini. I prodotti tessili rappresentano una delle categorie per le quali attualmente non esistono norme distinte, malgrado i bambini piccoli spesso mettano in bocca i tessuti e nonostante i prodotti tessili vengano a contatto con la nostra cute. Per tale ragione si propone lo sviluppo di normative specifiche sulle sostanze chimiche che riguardino i prodotti tessili.

I punti salienti della relazione, secondo me sono :

1.  ritiene, sulla base di una valutazione globale delle conoscenze disponibili, che il principio di precauzione, conformemente all'articolo 192, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), imponga alla Commissione e ai legislatori di adottare misure adeguate che consentano di ridurre, ove necessario, l'esposizione umana a breve e lungo termine agli interferenti endocrini, intensificando nel contempo lo sforzo di ricerca per migliorare lo stato delle conoscenze scientifiche sugli effetti degli interferenti endocrini sulla salute umana;
2.  sottolinea che il principio di precauzione si applica in un ambiente di incertezza scientifica, nel quale un rischio può essere caratterizzato solo sulla base di conoscenze imperfette, non immutabili né indiscutibili, ma nel quale è necessario agire per evitare o ridurre conseguenze potenzialmente gravi o irreversibili per la salute umana e/o l'ambiente;
3.  ritiene che sia necessario attuare misure intese a proteggere la salute umana quando si possano ragionevolmente supporre gli effetti avversi di determinate sostanze con proprietà di interferenza endocrina; sottolinea inoltre, dati gli effetti dannosi o irreversibili che possono essere causati dalle sostanze con proprietà di interferenza endocrina, che l'assenza di conoscenze precise, comprese le prove che confermano l'esistenza di nessi causali, non dovrebbe impedire che si adottino misure di protezione della salute conformemente al principio di precauzione e nel rispetto del principio di proporzionalità;
4.  ritiene fondamentale proteggere le donne dai rischi potenziali degli interferenti endocrini per la loro salute riproduttiva; invita pertanto la Commissione ad accordare priorità al finanziamento della ricerca per studiare gli effetti degli interferenti ormonali sulla salute delle donne e a sostenere studi a lungo termine per monitorare la salute delle donne durante lunghi periodi della loro vita, al fine di permettere una valutazione suffragata da dati comprovati degli effetti a lungo termine e su generazioni diverse derivanti dall'esposizione agli interferenti endocrini;

22. invita la Commissione, nell'ambito dell'attuale revisione della strategia comunitaria del 1999 in materia di sostanze che alterano il sistema endocrino, a effettuare un esame sistematico di tutte le normative vigenti in materia e, se del caso, a modificare, entro il 1° giugno 2015, la normativa esistente o presentare nuove proposte legislative, comprese valutazioni dei rischi e dei pericoli, in modo da ridurre, ove opportuno, l'esposizione umana – in particolare dei gruppi vulnerabili come le donne incinte, i neonati, i bambini e gli adolescenti – agli interferenti endocrini;
25. sottolinea che attualmente non esistono basi scientifiche sufficienti per fissare un valore limite sotto il quale non si manifestano effetti avversi per cui gli interferenti endocrini dovrebbero essere considerati sostanze senza "senza soglia", e che qualsiasi esposizione a tali sostanze può comportare un rischio, a meno che il produttore non possa dimostrare scientificamente l'esistenza di una soglia, tenendo conto della maggiore sensibilità durante le finestre critiche dello sviluppo e degli effetti delle miscele.
Esito votazione Cattura untitled
Mozione approvata 23/01/2013
Asa, grazie per l’impegno !!


tratto da:Cattura







Aggiornamento Febbraio 2014 :





http://grillipediatria.blogspot.it/2014/02/abbassamento-dose-minima-bisfenolo-un.html