giovedì 12 luglio 2012

Prima pappa dai 5 ai 6 mesi

 



Inizialmente si offre al bambino solo 1 o 2 cucchiaini del nuovo alimento, e nei giorni successivi possiamo aumentare le dosi fino ad arrivare alla quantità che il piccolo richiede per sentirsi sazio non preoccupandosi se avanza qualcosa.
ALLA PAPPA COMPLETA SI ARRIVA ATTRAVERSO PICCOLI E PRUDENTI ASSAGGI.
Il piccolo assumerà:
  •  3 o 4 pasti di latte adattato ( 220-250 gr se 3 o 180 gr se 4 ) oppure latte materno
  • 1 pasto con minestrina (il 2° se fa 4 pasti, il 3° se fa 5 pasti)



I primi giorni:

Brodo Vegetale 150 - 160 gr (mezza tazza )
Crema di riso  (o riso-mais-tapioca )  20/25 grammi
Olio extra vergine di oliva  1/2 cucchiaini
Mela o Pera grattugiata + gocce limone fino a mezzo bicchiere





ADOTTARE QUESTA ALIMENTAZIONE PER ALCUNI GIORNI, SE IL PICCOLO DIMOSTRERA' DI AVER ACCETTATO LA PAPPA PASSARE ALLA MINESTRINA COMPLETA :
  •  Brodo Vegetale mezza tazza Passato di verdura 1-2 cucchiai
  •  Crema di riso ( o riso-mais-tapioca ) 20-25 gr
  •  Olio Extra Vergine Oliva 1-2 cucchiaini
  •  Omogeneizzato di carne 40 grammi : mezzo vasetto in vetro da 80 gr
  •  Frutta fresca biologica                                                                                     
 Iniziare gradualmente con: coniglio, tacchino, agnello, pollo aggiungere in seguito: manzo, vitello.

NOTA BENE !!

Evitare di prendere la prescrizione alla lettera, intervenendo con “violenza” sul lattante. L’appetito del bambino è il miglior indice della giusta quantità di alimento necessaria.

Consigli per la prima pappa

Si consiglia di utilizzare un cucchiaino di plastica di colore vivace idoneo per alimenti e privo di Bisfenolo A (vedi sotto ). Non appoggiarlo sulle labbra ma fino a meta' della lingua per aiutarlo a deglutire. Lascialo giocare con il cucchiaino per prendere confidenza con questa novità. Si ricorda che gli omogeneizzati e liofilizzati garantiscono condizioni igieniche ottimali ed in essi le fibre della carne sono cosi' finemente triturate da essere più facilmente digerite ed assimilate dai lattanti di pochi mesi, a differenza della carne frullata o tritata a casa, che contiene inoltre molta aria (coliche gassose).







PREPARAZIONE BRODO VEGETALE







1 LITRO DI ACQUA + 2 PATATE + 2 ZUCCHINE + 2 CAROTE + CUORE DI LATTUGA FAR BOLLIRE FINO A RIDURRE IL LIQUIDO A META' POI PASSARE SENZA SPREMERE ATTRAVERSO GARZA O TELA NON TROPPO FITTA.


Il brodo vegetale ed il passato di verdura si conservano in frigorifero per pochi giorni per impedire la trasformazione dei nitrati in nitriti. Non usare Bietola e Spinaci e soprattutto mai zucchero e sale.


La fonte principale di inquinamento dell’organismo umano non è l’aria che respiriamo , ma il cibo che ingeriamo.

imagesCA34T0EF

I prodotti cancerogeni sono davvero tanti. Talvolta i più pericolosi, dopo decenni di uso intensivo, vengono vietati in molte nazioni ma il problema è che la loro presenza nell’ambiente può persistere. Succede inoltre molto spesso che i fabbricanti di sostanze vietate continuino a produrle destinandole a paesi dalla legislazione più permissiva come America Meridionale, parte dell’Asia ed Africa.

Le sostanze tossiche da noi vietate ritornano al nostro piatto da prodotti alimentari importati da questi paesi. L’ortofrutta rappresenta il pericolo maggiore.







Mai come oggi è importante utilizzare il più possibile prodotti provenienti da agricoltura locale e biologica 






A quale eta’ i diversi alimenti ?

Le mamme, desiderose di variare i menu dei loro bambini, ma timorose di prendere iniziative sbagliate, si pongono molto spesso la domanda di quando offrire al proprio bambino un alimento nuovo . Passiamo brevemente in rassegna i vari alimenti e la loro possibile utilizzazione a partire dai primi mesi.
  

ALIMENTO ETA' CONSIGLIATA
Aceto (come condimento) dopo i 3 anni. Acqua e Bevande gassate non consigliate. Agrumi (succo) 5° mese. Alcolici vietati. Banana (schiacciata) 6° - 7° mese. Biscotti con glutine 5/6° - mese. Biscotti secchi 12°- mese. Brodo vegetale 5° - 6° mese. Burro (come condimento) 12° mese. Carne al vapore 7° mese. Carne alla griglia dopo i 2 anni. Carne arrosto al forno condita 3 anni. Carne fritta (fettina panata) dopo i 4 anni. Carne grassa maiale 5° - 6° anno. Carne magra (a bagno maria, tritata) 7° - 8° mese. Cervello vietato. Cioccolato 3 anni. Cocomero 2 anni. Conserve di frutta 2 anni. Crema di riso 5° - 6° mese. Dolciumi leggeri (budino ecc.) 12 mesi. Dolciumi pesanti (panna ecc.) dopo 4 anni. Farine di cereali (con glutine) 5/6° mese. Farine di cereali (senza glutine) 5° - 6° mese. Fegato sconsigliato. Fette biscottate (sbriciolate) 9° - 10° mese. Formaggi grassi dopo 2° anno. Formaggi magri 7° - 8° mese. Frutta cotta 11° mese. Frutta secca 3° anni. Gelato dopo 2° anno. Grissini (sbriciolati) 12° mese. Insaccati (salame ecc.) verso 4° anno. Latte di proseguimento inizio  6 mese Latte vaccino parzialmente scremato dopo l’anno. Legumi interi (cotti ) 12 mese. Legumi passati (cotti ) 7° mese Liofilizzato di carne 5° mese. Margarina sconsigliata. Marmellata di frutta 12° mese. Melone dopo 2° anno. Miele Sconsigliato prima di 2 anni. Molluschi e crostacei dopo 5° anno. Olio Extra vergine oliva/arachidi 5° mese. Omogeneizzato di carne senza sale 5° mese. Pancotto con pane senza sale 8° - 9° mese. Pane (sminuzzato) 8° mese. Parmigiano (grattugiato) circa 7° mese. Patate fritte dopo i 4 anni. Pesce magro 8° mese. Uovo gallina (solo tuorlo,in camicia o coque) 8°mese. Uovo gallina intero (omelettes, frittate, sodo) 1° anno. Vino e caffè vietato. Yogurt 7° - 8° mese.




 LO SVEZZAMENTO : APPUNTAMENTO CON LA PAPPA


L'età consigliata per iniziare a svezzare gradualmente il piccolo è attorno al 6 mese, periodo in cui il suo apparato gastroenterico si è modificato a tal punto da consentire la digestione e l'assorbimento di sostanze diverse dal latte. Sia che il tuo piccolo sia stato allattato al seno che con il biberon il cambiamento non sarà facile. Se è abituato al capezzolo caldo e rassicurante, il cucchiaino gli sembrerà un oggetto sconosciuto spiacevolmente duro, freddo e da cui non potrà succhiare.
Se è stato allattato col biberon, le difficoltà saranno analoghe. Inoltre il bambino allattato artificialmente è spesso pigro, poiché non ha la necessità di succhiare attivamente. Da non sottovalutare l'aspetto psicologico. Privato del seno, il piccolo può sentirsi defraudato di parte dell'affetto materno e può rifiutare il nuovo cibo in segno di protesta. L’inizio dello svezzamento comporta quindi un profondo cambiamento che, in quanto tale, può creare qualche resistenza da parte del piccolo. Se proviamo a metterci nei suoi panni, capiremo quali enormi difficoltà egli debba affrontare. Del resto, poiché tutti siamo stati svezzati, si tratta di difficoltà certamente superabili. A patto che la mamma le affronti con calma e serenità, senza farsi prendere da inutili ansie che, del resto , sono del tutto normali: anche per lei, in fondo, lo svezzamento segna l’inizio di un distacco. I cibi che i piccoli accettano più volentieri hanno sapori tendenzialmente dolci, proprio perchè ricordano in qualche modo il latte materno (frutta, carote, patate, la pastina).
E' bene evitare di offrirgli la pappa nel momento di massimo appetito; infatti quando ha tanta fame il piccolo desidera solo succhiare rapidamente e non vuole saperne delle piccole dosi dispensate con il cucchiaino.
Per questo motivo è importante non dargli la prima pappa al mattino mentre sta aspettando con impazienza il latte. Inizialmente, la pappa sostituisce un solo pasto di latte, quello centrale della giornata. Ciò vuol dire che, per chi fa ancora cinque pasti, verrà servito al posto del latte delle 14, mentre per chi fa quattro pasti, gusterà la sua nuova pappa a mezzogiorno. Solo in un secondo tempo ( di solito dopo un mesetto e comunque su autorizzazione del Pediatra), si passerà alla seconda pappa.
Ai bambini allattati artificialmente possiamo dare la prima pappa con il biberon a cui sono già abituati, con tettarella col buco più grande, studiato per lo svezzamento, mentre per quelli allattati al seno si può iniziare direttamente con il cucchiaino.
Si ricorda che la prima volta è bene offrire solo piccole quantità, giusto un assaggio per vedere come il bambino reagisce alla novità. Il sapore tendente al dolce, è più simile a quello del latte a cui il bambino è abituato ed è più facile quindi che gli risulti gradito. Si possono usare allora, per preparare il brodo nel quale sciogliere le farine, le verdure dal sapore più dolce (carote, patate, zucchine, cuore di lattuga) ed è bene che non contenga ne zucchero ne sale.
Lo zucchero può far variare il gusto del bambino verso un sapore che lo indurrà da grande a mangiare troppi dolci, mettendo in pericolo i denti e favorendo l'obesità.
Il sale facilita la ritenzione di liquidi e può predisporre alla ipertensione nella età adulta. La regola fondamentale in questo delicato periodo, è quella della gradualità. Non avere fretta, introdurre pochi alimenti per volta, consentirà non solo di essere sicuri della buona accettazione e digestione dei cibi proposti, ma anche di abituare meglio il piccolo ai nuovi sapori. Gradualità significa soprattutto non avere fretta: all’inizio si tratterà, più che di veri e propri pasti, di una sequenza di piccoli assaggi - che consentono al bambino di sperimentare la novità – magari proposti dopo che ha bevuto un po’ di latte e non è quindi disperato per la fame. L’importante è, comunque non scoraggiarsi: le cose raramente vanno bene al primo colpo e questo processo, come ogni atto di crescita, sarà costellato da novità ed imprevisti, da giorni in cui tutto viene apprezzato alternati ad altri in cui il rifiuto è ostinato, da grandi passi in avanti e piccoli passi indietro. Tutte queste situazioni vanno vissute non come problemi, ma come normali eventi della vita, tappe di una appassionante avventura che voi e vostro figlio state vivendo . Insieme.
E' consigliabile portare il piccolo a tavola con i genitori soddisfacendo la sua curiosità e la sua voglia di partecipare al pasto dei familiari. Probabilmente lui vorrà giocare anche con il cucchiaino. Un piccolo trucco sarà quello di averne uno tutto per lui e con un altro imboccarlo. Non dargli cibi che possano essere ingoiati interi e non lasciarlo mai da solo mentre beve o mangia.


!!!!!! ATTENZIONE !!!!!!


Se utilizzate utensili in plastica importante è verificare che  non contengano il Bisfenolo A (BPA).

Con il riscaldamento CON MOLTA PROBABILITA' può contaminare l'alimento.




Dal 1 giugno 2011 l'Italia ha recepito una norma europea non rendendo più commercializzabili i biberon in policarbonato contenenti questa sostanza molto tossica e con poteri cancerogeni.
Non utilizzate quindi i vecchi biberon usati dai fratelli !!!. Se non siete sicuri che scodelle , piattini e cucchiaini ne siano privi, tornate ad utilizzare il vetro o la porcellana e l'acciaio.





In Farmacia :











Leggete anche l'articolo "I Perturbatori Endocrini" nel capitolo Veleni Quotidiani

Ogni atteggiamento rigoristico, ogni imposizione sulla quantità e sulla qualità dei cibi è assolutamente da evitare per non suscitare ostilità del bambino.

L'atteggiamento del genitore al momento del pasto ha la sua importanza: dolce ed affettuoso ed al tempo stesso fermo e deciso, disposto alla gratificazione pronto a non insistere oltre un dato limite, senza nervosismo e angoscia per quanto rimane nella scodella o nel biberon.

Rispettiamo i suoi ritmi e ricordiamo che insistere non serve; se non mangia non è per farci dispetto, sta vivendo un'esperienza che può essere difficile da accettare ed ha bisogno del nostro aiuto per affrontarla. Si deve evitare di creare intorno all’ora della pappa un clima di ansia e di agitazione che il bambino coglie al volo; intuendo quale importanza emotiva il cibo rivesta per i genitori, ed il piccolo imparerà a servirsi della sua bocca serrata per manifestare la sua rabbia e per rivendicare la sua autonomia di fronte a troppe insistenze.

 Il bambino può scoprire che tutto si può ottenere dai grandi, basta non mangiare. Di fronte al digiuno la resa dell’adulto è quasi sempre totale. Allora arrivano i giochi, le storie, le canzoncine, i cartoni alla TV, tutto quello che vuole il bambino, pur di farlo mangiare. L’alimento diventa così strumento potente di ricatto.

Nessuno che non sia ammalato è mai morto di fame avendo a disposizione del cibo. Il bambino salta un pasto, due, tre,?, arriverà il momento in cui sentirà lo stimolo della fame, questione di tempo.

 Da non dimenticare che la mancanza di appetito può essere un meccanismo di difesa dell’organismo: quando non si sta bene. Per esempio in caso di raffreddore, influenza, mal di pancia, è normale che mangi poco in quanto il suo apparato digerente non funziona come al solito. Quando sarà più grande bisogna ricordare che il cibo può divenire una cosa ripetitiva e noiosa, è necessario allora stimolare la curiosità del bambino cambiando colore agli alimenti, i sapori, la forma, la consistenza, il tipo di cottura.
clip_image008[4]
In conclusione il divezzamento non rappresenta una semplice tecnica prefissata da adottare secondo uno schema uguale per tutti ma un sapiente ed appropriato lavoro di collaborazione tra madre e bambino. Offrire, non imporre





































































































Cellulari: un rischio per i vostri figli parte 2

clip_image002
Per approfondimenti trovo molto interessante l’articolo sopra visualizzato ( in inglese ) che potete ricercare all’interno del sito :   http://ewg.org/cellphoneradiation/fullreport
Dal documento della IARC citato nella prima parte, si evince che un uso del cellulare per 30 minuti per 10 anni, aumenta la probabilità di avere un tumore cerebrale del 40%. Abbiamo visto che i cellulari possono essere molto pericolosi per gli adulti, figuriamoci per i  nostri figli che hanno un cranio molto piu’ sottile del nostro ed un cervello in rapido accrescimento.
Un’idea della potenziale pericolosita’ di un cellulare possiamo averla andando a vedere il SAR. L’Unione Europea nell’ aprile 2002, emette una normativa che obbliga tutti i costruttori di cellulari, ad indicare sulla confezione di vendita la misurazione del livello SAR.
SAR deriva dall’ inglese ( Specific Absorption Rate ovvero Tasso di Assorbimento Specifico) che sta ad indicare la quantità di potenza da radio frequenze (espresso un watt per KG W/KG) che subisce il nostro organismo (ed in particolare il nostro cervello) quando viene esposto ad un campo elettromagnetico. La legge comunitaria obbliga i produttori a commercializzare cellulari che abbiano un valore SAR sotto la soglia dei 2 W/kg, negli Stati Uniti e Canada la soglia è più bassa, il tetto massimo da non superare é 1,6 W/kg. Per questo prima di acquistare un prodotto, e’ indispensabile dare un’occhiata a questo valore e non basarsi solo all’estetica od alla notorieta’ della marca. Divertitevi a fare queste indagini :potrete scoprire come alcuni marchi blasonati  hanno purtroppo valori alti di SAR. Premiamo le case che si impegnano a produrre apparecchi il meno possibile dannosi  ed evitiamo di acquistare per i nostri figli dei veri e propri “ferri da stiro”.
Se proprio non potete fare a meno di fornire ai vostri figli questi apparati ( cellulari e cordless casalinghi ), almeno esigete che li utilizzino esclusivamente con gli auricolari o con il viva voce. Purtroppo il rischio e’ reale e dobbiamo adottare ogni precauzione in merito.

L'INDAGINE, IL 62% DEI BAMBINI HA UN PROPRIO TELEFONINO
GLI ADOLESCENTI LO USANO OLTRE 4 ORE AL GIORNO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 gen. 2013- Il 62% dei bambini italiani fra i 7 e gli 11 anni ha a disposizione un telefonino proprio, contro il 35,4% che ne e' sprovvisto. Il 44,4% dei bambini acquisisce un cellulare tra i 9 e gli 11 anni. Il 17,6% ha un cellulare prima dei 7 anni. E fra gli adolescenti il cellulare e' una feticcio che si usa in media per quattro ore al giorno. È quanto emerge dall'Indagine conoscitiva sulla condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza in Italia edizione 2012 Eurispes-Telefono Azzurro.

AI BAMBINI PIACCIONO I GIOCHI - Le due funzioni maggiormente utilizzate sul cellulare dai bambini sono i giochi (21,2%) e le telefonate (20,5%), seguite dall'invio di messaggi di testo o mms (18,3%) e dall'ascolto di musica (17,5%).

ADOLESCENTI PAZZI PER LE 'APP' - Il 40,5% degli adolescenti usa il cellulare oltre le quattro ore giornaliere. Solo l'1,2% non ne ha uno e le app fanno la differenza. Quelle maggiormente usate dai ragazzi sono: il collegamento a Internet (54%), l'uso dei Social Network quali Facebook e Twitter (50,8%), la visione di filmati su YouTube (49%), l'utilizzo di giochi quali Angry Birds e Fruit ninja (44,8%).

Consigli sul neonato 2° Parte


Igiene del sonno
  1. L'ambiente dove dorme il bambino deve essere silenzioso e buio.
  2. La temperatura della stanza deve restare a livello confortevole perché un ambiente eccessivamente caldo disturba il sonno.
  3. L'abitudine di guardare la televisione con il bambino accanto è da evitare; si consiglia, al limite, la visione a basso volume con l'accortezza di avere il neonato lontano dallo schermo, e rivolto verso il genitore affinché non veda le immagini trasmesse.
  4. Il bagnetto può essere stimolante per alcuni bambini, per questo, in questo caso, va anticipata l'ora del bagno rispetto l'ora di andare a letto.
( leggete anche l'articolo : I disturbi del sonno , presente in un'altra sezione di questo blog ) 

Cordone ombelicale
Solitamente il neonato esce dalla maternità con un tratto di cordone ombelicale ancora attaccato all'addome: deve cadere da solo seccando.
Affinché si secchi rapidamente deve essere medicato ogni mattina e sera. Io consiglio di  avvolgerlo con garzina sterile dopo avervi versato sopra un po di Zucchero salicilato al 3 % ( saccarosio polvere 97% + Ac Salicilico polvere 3%) fatto preparare dal farmacista e protetto con rete elastica, oppure con alcool puro senza denaturante (il colore deve essere trasparente e non il classico rosa ) Ai successivi cambi di pannolino controllare che la garza non sia umida di pipi', in tal caso ripetere la medicazione. Dopo la caduta, va medicato per alcuni giorni con acqua ossigenata al 10% di volume, e dopo 2 - 3 giorni il bagnetto può essere fatto ogni giorno con un olio da bagno della linea per bambini.
(non usare saponi o qualsiasi prodotto facente schiuma).

Nei primi anni di vita non è necessario lavare i capelli tutti i giorni poichè il bambino non produce sebo in eccesso. Si può lavarli una volta a settimana con un olio shampoo della linea per bambini. (Non usare shampoo dell'adulto o se producono molta schiuma).
Tumefazione delle mammelle
Un rigonfiamento dei seni nel neonato, sia maschio sia femmina, nella prima settimana di vita, può allarmare i genitori. E’ un fenomeno del tutto transitorio, dovuto ad una reazione delle ghiandole mammarie agli ormoni materni, trasmessi al feto, attraverso la placenta. Richiede alcun trattamento e non deve essere considerato motivo di preoccupazione. Evitare assolutamente di “spremere” la tumefazione anche se dal capezzolo fuoriesce qualche goccia di latte, in quanto si rischia di provocare un’infezione.

A quando il primo dentino?
Di solito il primo dentino fa la sua apparizione verso il sesto mese di vita. Tuttavia, questa non è per nulla una regola fissa: vi sono casi eccezionali di bambini che addirittura nascono già con un dentino, altri cui spunta verso il 4° mese ed altri ancora che aspettano fino al 14° mese. Di regola, le bambine sono più precoci dei maschi.imagesCAXWEVQE

I tempi di dentizione sono scritti nel patrimonio genetico di ciascun bambino e sono legati a fattori ereditari. Cosi' può accadere che il bimbo cui spunta il primo dentino al 12° mese, abbia "ereditato" dai parenti questo ritardo. Per lo stesso motivo, i dentini non sempre rispettano l'ordine di uscita che in genere vede gli incisivi centrali inferiori spuntare per primi, seguiti da quelli superiori, quindi dai due incisivi laterali ed in progressione dai primi quattro premolari, dai canini e dai secondi quattro premolari. L’eruzione vera e propria di un dentino provoca disturbi variabili da bambino a bambino: alcuni non ne risentono per nulla; altri, viceversa, soffrono parecchio allo spuntare dei denti. Per lo più i disturbi consistono in febbre di breve durata, pianto insistente, stato di agitazione. Alcuni lattanti possono anche presentare disturbi intestinali, come una diarrea passeggera od un arrossamento dei glutei, oppure disturbi a carico delle vie respiratorie, con secrezione nasale o tosse. Poco prima dell’eruzione, il margine del dentino può essere visibile, appena al di sotto della gengiva, ridotta ad un orletto a sottile e biancastro. Inutili le applicazioni di pomate o di miele rosato: se il lattante è molto irrequieto e sofferente, per calmare il dolore, è meglio somministrargli una suppostina di paracetamolo. Quando, finalmente, l’eruzione è terminata e tutti i malesseri sono regrediti, a volte la mamma è sorpresa e dispiaciuta nel vedere che il dentino è cresciuto storto. Nessuna paura: non è necessario precipitarsi dal dentista. Nella maggioranza dei casi, la pressione costante della lingua lo riporterà nella giusta sede e, nel corso dei mesi successivi, i dentini avranno modo di riallinearsi e raddrizzarsi. In molti paesi è diffusa l’abitudine di somministrare ogni giorno al lattante una piccola pastiglia di fluoro, per prevenire la carie dentale. Questo tipo di profilassi, indubbiamente efficace, va continua per tutta l’infanzia e cioè fino alla completa eruzione dei denti permanenti (12-13 anni). Oltre al fluoro, si ricorda che per prevenire la carie dentale, è indispensabile una corretta igiene della bocca del bambino, mediante l’uso dello spazzolino, due o tre volte al giorno, non appena saranno comparsi i denti da latte. E’ inoltre necessario evitare la continua somministrazione di dolciumi fuori pasto (caramelle) e soprattutto alla sera, prima di coricarsi, per la nota azione cariogena dello zucchero. (anche il miele sul succhiotto è altrettanto nocivo !!)


Indumenti / Temperatura
E' importante ricordare che il bambino non deve vivere in un ambiente surriscaldato: una temperatura di 18° C è perfetta per il suo organismo.Purtroppo molto spesso la tendenza è nel coprirlo eccessivamente; se il corpo è troppo coperto, il sudore ristagna il neonato si surriscalda.
Un errore frequente è pensare che il bambino senta freddo perchè i piedini e le manine sono fredde: è invece normale che il neonato li abbia ad una temperatura inferiore al corpo.
Oltre ad una temperatura idonea, il neonato necessita anche di aria non secca ad es.quella che respiriamo in inverno quando funziona l'impianto di riscaldamento. Per mantenere un certo tasso di umidità è opportuno acquistare nei negozi specializzati un umidificatore elettrico che provvederà ad umidificare la stanza del bambino o mettere asciugamani bagnati, lavati senza detersivo, sopra i pannelli radianti dei termosifoni lasciandoli umidi.
Per quanto riguarda gli indumenti sono consigliati quelli con fibre naturali (cotone), da evitare i sintetici.
Nel clima di Roma la lana non è necessaria.
Ogni indumento deve consentire la massima libertà di movimento, sono da evitare quelli che lo stringono troppo; deve essere libero di poter sgambettare quando vuole.
Cuffie, sciarpe o berrettini solo in pieno inverno se la temperatura è molto rigida (vento di tramontana).
Per i lavaggi degli indumenti si può utilizzare la lavatrice con pochi accorgimenti:
  1. Non eccedere nel detersivo, usare sapone di marsiglia.
  2. Evitare gli ammorbidenti (restano nelle fibre del tessuto e quindi a contatto con la pelle del bambino)
  3. Evitare prodotti sbiancanti
  4. Evitare prodotti anticalcare per lavatrice
  5. Se la temperatura di lavaggio è inferiore ai 80°C è meglio usare anche prodotti  disinfettanti a base di ossigeno
  6. Fare il doppio lavaggio sia che si lavi a mano che si lavi in lavatrice
Febbre, che fare?
imagesCAD0RZSN

Innanzi tutto è bene chiarire che non tutti gli aumenti di temperatura corporea sono da considerare come febbre. Vi sono per esempio, non pochi lattanti che hanno una temperatura corporea un po’ più alta del normale e cioè sui 37 – 37,5 gradi. A volte un aumento della temperatura può verificarsi per caldo eccessivo (il bambino è troppo coperto) oppure può essere anche dovuta a disidratazione, soprattutto durante le stagioni calde od in ambienti surriscaldati e non abbastanza umidificati. La temperatura deve essere misurata inserendo nel sederino la punta del termometro e lasciato qualche minuto; la temperatura così misurata non è però quella reale: bisogna sottrarre mezzo grado, cioè se segna 38, il bambino ha 37,5 gradi. La febbre vera e propria (superiore a 38 gradi) è la risposta dell’organismo ad un’aggressione da parte di virus o batteri e rappresenta perciò un mezzo di difesa dalle infezioni. Per prima cosa, se la temperatura supera i 38,5 gradi, si dovrà alleggerire il piccolo da indumenti e coperte troppo caldi, addirittura lo si può lasciare con il solo pannolino e canottiera. In genere accade proprio il contrario, in quanto le mamme hanno l’abitudine di coprire maggiormente il bambino che ha febbre, con il risultato di far aumentare la temperatura. In secondo luogo dare liquidi in abbondanza e ripetutamente. Se la febbre è molto elevata, (39-39,5), può essere utile raffreddarlo con un bagno a temperatura di 37-38 gradi; di solito la febbre diminuisce di ½ - 1 grado. altra possibilita’ e’ la borsa del ghiaccio in testa. In alternativa od in associazione al bagnetto si può somministrare del paracetamolo od ibuprofene (che è bene avere sempre in casa) con un rigoroso rispetto delle dosi indicate. Se la febbre persiste elevata da più di 72 ore è necessaria una visita medica per stabilire l’origine dell’infezione e per iniziare una cura adeguata. Contattate comunque il vostro medico, ma portare il piccolo subito dal pediatra puo’ essere un viaggio a vuoto se non passa un giusto lasso di tempo per far si che la malattia si manifesti in pieno.
trenino

Consigli sul neonato 3° parte



Le Vaccinazioni

Le vaccinazioni rappresentano una tra le più grandi conquiste della medicina. Grazie ai vaccini, infatti, molte malattie infettive sono state rese inoffensive ed il vaiolo è addirittura scomparso. Contro gran parte dei virus non ci sono rimedi se non il vaccino. Senza vaccino, l’organismo deve subire la malattia per poter fabbricare gli anticorpi che poi lo difenderanno nel futuro. Contro i batteri abbiamo gli antibiotici, ma in certi casi come per esempio la pertosse, la malattia può causare danni gravi prima che si riesca ad intervenire con l’antibiotico, oppure nel caso della meningite da Haemophilus B quando l’infezione ha provocato un danno permanente. Un quesito che si pongono di frequente i genitori e se non siano troppe le vaccinazioni considerando che all’età di 2-3 mesi il bambino deve ricevere le quattro vaccinazioni obbligatorie (Antipolio, Antiepatite B, Antidifterica, Antitetanica) e quelle facoltative. Bisogna considerare che a quest’età, il bambino ha già incontrato milioni di virus e di batteri e quelli che riceve con la vaccinazione non lo indeboliranno ma insegneranno al suo sistema immunitario a costruire gli anticorpi per potersi difendere in futuro. Le vaccinazioni obbligatorie per legge sono: l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica, e l’antiepatite B. Il ciclo vaccinale inizia al 3° mese di vita, la seconda dose si esegue dopo circa otto settimane e la terza dose tra i 10 ed i 12 mesi di età.
Di seguito il calendario vaccinale

Antipolio 
La poliomelite è causata ( o meglio era, perché in Italia non esiste più ) da 3 tipi di virus intestinali, che si trasmettono da persona a persona per bocca attraverso feci e saliva. In circa il 95% delle persone infettate non manifesta alcun disturbo; in qualche caso tutto si riduce ad un mal di  gola con poca febbre, nausea e vomito. Alcune volte purtroppo può causare rigidità al collo, alla schiena od alle gambe, e si manifesta la paralisi, la conseguenza più temuta. Attualmente la Polio è sconfitta nelle due Americhe , in Europa ed in Cina. Si continua a vaccinare in quanto le barriere con la globalizzazione sono scomparse e questa temibile malattia è fuori dai nostri confini , ma non debellata. Un tempo si somministrava per bocca, oggi il vaccino è tramite iniezione ed è contenuto nell’esavalente. Dosi: quattro, alle tre dosi del primo anno di vita si aggiungerà una quarta di rinforzo all’età di 5-6 anni.
Antidifterica-Antitetanica
La difterite ed il tetano sono malattie batteriche che provocano la morte per paralisi e soffocamento causati dalle tossine prodotte dai due batteri. Nel vaccino sono presenti due anatossine, proteine che non danno la malattia , ma mantengono la capacità di stimolare la produzione di anticorpi. Questa vaccinazione è contenuta nell’esavalente. Dosi: quattro, alle tre dosi del primo anno di vita si aggiungerà una quarta di rinforzo all’età di 5-6 anni. Anche se siamo stati vaccinati da bambini, la capacità di reagire ad una infezione, scompare nel tempo. E’ per questo motivo importante fare un richiamo ogni 10 anni.
Antiepatite B
L’Epatite B è causata da un virus e colpisce il fegato; si trasmette col sangue, con rapporti sessuali. Col tempo l’infezione al fegato può progredire trasformandosi in cirrosi o tumore. Il vaccino è costituito da una proteina creata con ingegneria genetica priva di qualsiasi potenziale pericolo. Anche questo vaccino è contenuto nella esavalente. Dosi: tre.

Le vaccinazioni raccomandate sono: Anti-HaemophilusB, Antipertosse, (contenute nell’esavalente), l’Antimorbillo-rosolia-parotite, Antimeningite C, Antipneumococco ed Antivaricella.
Haemophilus Influenza tipo B
Nonostante il suo nome, non ha nulla a che fare con l’influenza ma rappresenta il responsabile di infezioni le più svariate fino alla temuta meningite che nel 30% dei casi residua con danni permanenti come cecità, sordità o ritardo mentale. Il vaccino è consigliabile nei bambini dal 3° mese di vita, specie se con fratelli più grandi o se frequentano asili nido o scuole materne. La malattia si trasmette attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse e starnuti. Il vaccino è contenuto nella esavalente. Dosi: 3.

Antipertosse
La Pertosse ( o tosse convulsa ) è una malattia causata da un batterio. Si può curare con un antibiotico, ma è molto lunga e fastidiosa. Se contratta nei primi mesi di vita è pericolosa. Oggi  è disponibile un vaccino acellulare che ha annullato i possibili effetti collaterali di quello disponibile in passato (febbre elevata, pianto persistente, possibili crisi convulsive). E’ inserito nella esavalente in associazione con altri. Dosi: tre.
Antimorbillo-rosolia-parotite
Il Morbillo ( febbre alta, tosse, congiuntivite, macchioline rosse ) può dare otiti, polmoniti,, laringiti, ma la complicanza  più grave è l’encefalite, che può essere mortale o dare danni permanenti: la sua frequenza è di un caso ogni 1000 morbilli. La Rosolia rappresenta un pericolo solo se contratta in gravidanza; in questo caso può danneggiare gravemente il feto ( malformazioni cardiache, sordità, danni alla vista ). La Parotite od orecchioni può causare meningite o danni ai testicoli ed ovaie con conseguente diminuita fertilità. Il vaccino MPR contiene un mix di questi virus resi inoffensivi, si somministra per via iniettiva sottocutanea. La prima dose in contemporanea alla terza di esavalente , un richiamo verso i sei anni in associazione alla 4° antipolio. Eventuali (rare) reazioni che si possono presentare sono: lieve esantema e febbre alta verso il 5°-10° giorno dalla vaccinazione.
Antivaricella
La Varicella è una malattia molto comune causata da un virus. Si trasmette con contatto diretto o per via respiratoria. La febbre di solito non è molto alta ; compaiono le caratteristiche piccole papule rosa ripiene di liquido trasparente, molto pruriginose su tutto il corpo diventando in circa una settimana crosticine che poi cadranno. Le complicanze nel bambino sono rare, mentre negli adolescenti ed adulti può provocare danni polmonari e neurologici. In gravidanza nelle prime settimane può dare danni al feto, in travaglio la madre può trasmettere la malattia al neonato in forma molto violenta. Questa vaccinazione è raccomandata agli adulti ed ai bambini che a 12 anni non hanno ancora contratto la malattia.
Antimeningite
Le forme di meningite più gravi per il bambino e che possiamo prevenire con il vaccino, sono riconducibili a tre principali batteri ( contro le meningiti virali, non esiste purtroppo nessun vaccino ).Haemophilus B, per il quale abbiamo già visto che è disponibile da tempo, in Italia, un vaccino efficace.
Streptococco Pneumonie, meglio conosciuto come Pneumococco, il quale oltre a causare  meningiti, può  provocare  altre infezioni  come  setticemie,  polmoniti, otiti, sinusiti.
Meningococco, responsabile di meningiti e gravi setticemie: di questo batterio esistono varie forme, le più diffuse sono il gruppo “B” e “C”.
Attualmente esiste oltre  al vaccino contro il gruppo “C”, anche quello  contro il gruppo "B".

Riguardo al numero di dosi, queste variano a seconda dell’età del bambino.


Antipapillomavirus

Questi virus sono responsabili dei condilomi , del tumore del collo dell’utero e di alcuni tumori della vagina, dell’ano e della bocca. Di questi virus ne esistono un centinaio e normalmente riusciamo a sconfiggerli senza accorgercene e colpiscono sia gli uomini che le donne. I vaccini in commercio sono due: entrambi agiscono contro una piccola parte: i papillomavirus 16 e 18, associati alla maggior parte dei tumori del collo dell’utero, uno dei  due è diretto anche contro i tipi 6 ed 11 responsabili della comparsa del 90 % dei condilomi. La vaccinazione protegge dall’infezione nel 98% dei casi ma solo se si effettua in un individuo che non è venuto a contatto col virus, cioè non ha iniziato una attività sessuale. Importante è sottolineare che la vaccinazione non esimerà dai futuri controlli di pap test  che dovranno essere effettuati periodicamente nell’età adulta. Dal 2008 lo Stato Italiano offre gratuitamente il vaccino alle bambine nella fascia di età 11-12 anni. Dosi: tre


Marzo 2017:
 il nuovo vaccino 9-valente finalmente disponibile anche in Italia è indicato in adolescenti maschi e femmine a partire dai 9 anni di età per prevenire con efficacia ancora maggiore le lesioni precancerose, i tumori che colpiscono il collo dell'utero, la vulva, la vagina, l'ano e i condilomi genitali.




Il calendario vaccinale 
Aggiornato con tutti i vaccini utilizzabili, 2017







Leggete anche : Vaccinazioni, le risposte alle domande più frequenti. Articolo presente nel blog

Prevenzione incidenti

La necessità della prevenzione e dell'attenzione costante è da giustificare dal fatto che i bambini non hanno il senso del pericolo.Il loro desiderio di esplorare l'ambiente che li circonda ed a volte di sfidare i divieti, li espone a rischi di ogni genere.
La consapevolezza del pericolo si acquista verso i 5 anni, età in cui si sono accumulate esperienze sufficienti a rendersi conto che le raccomandazioni degli adulti hanno una loro ragione.
Attenzione alle pentole sul fuoco (metterle sempre sul fornello lontano dal bordo), ai detersivi che di solito erroneamente si tengono sotto il lavello (è particolarmente pericoloso il detersivo per lavastoviglie), al forno caldo, al ferro da stiro messo in un angolo per raffreddarlo, alla tovaglia a cui il bambino può aggrapparsi trascinandosi addosso quanto presente al di sopra.

 

Ogni età ha un suo pericolo:


DA 0 A 6 MESI
Il bambino può cadere dal fasciatoio, sollevarsi in una culla dai bordi bassi.
Non lasciamolo mai solo sul fasciatoio o su di un letto o divano.
Il bimbo assaggia tutto con la bocca: attenzione agli oggetti piccoli, alle creme, ai giocattoli con parti piccole o che si possono staccare.
DA 6 MESI AD 1 ANNO
La fase del gattonamento si accompagna ad inevitabili urti e collisioni con oggetti spigolosi (inserire appositi paraspigoli in gomma morbida). A quest’età inoltre il bambino impara a sollevarsi a forza di braccia e quindi arrivare ad altezze inaspettate: eliminare quindi i soprammobili e fornire gli sportelli ed i cassetti con gli appositi ganci di chiusura. Anche la cucina in questo momento diventa pericolosa.
DA 1 A 3 ANNI
Il bambino si arrampica ovunque. Attenzione alle finestre ed ai balconi (allontanare vasi su cui può salire). Rischi anche con le prese elettriche (che devono essere dotate di copripresa), con gli elettrodomestici, i fili elettrici, le scale, i medicinali.
Giocare con l'acqua è la sua passione: attenzione al momento del bagnetto, durante il quale non va mai lasciato solo, ed alla temperatura dell'acqua che esce dai rubinetti.
DA 3 A 6 ANNI
Con calma e pazienza si può fargli capire il motivo dei divieti.
Riassumendo
  • E' bene provvedere fin da adesso a spostare in luoghi inaccessibili al bambino detersivi, farmaci, prodotti per igiene e bellezza e provvedere a fornire i cassetti della cucina, maggiormente quelli delle stoviglie ed il frigorifero di ganci antiapertura.
  • Se sono presenti mobili con spigoli aguzzi, fornirli di paraspigoli di gomma morbida.Se si fuma è opportuno non tenere pacchetti a portata del bambino o sigarette sparse per la casa: l’ingestione del tabacco contenuto in 4 sigarette è mortale!!
  • Se non si dispone di prese elettriche già protette all'origine, usare i copripresa per evitare che il bambino gli infili oggetti o le sue ditine.
  • Regolare la temperatura dello scaldabagno sui 45° C per evitare che si possa ustionare accidentalmente aprendo i rubinetti.
  • Per quanto riguarda i giocattoli, sono pericolosi per il bambino sotto i 3 anni, quelli che recavano l'etichetta su cui è scritto "Non adatto a bambini inferiori a 36 mesi", sostituita con un marchio facilmente interpretabile rappresentante la faccia di un bambino sbarrata da una scritta 0-3.
Diffidare dai giocattoli (provenienti soprattutto da paesi asiatici) che non abbiano il marchio "Giocattoli Sicuri".
Seggiolino in auto


"I bambini di età inferiore ai 12 anni che abbiano una statura inferiore a 1,50 cm devono essere trattenuti da un sistema di ritenuta adeguato alla loro statura ed al loro peso ".
Questa è la disposizione di legge attualmente in vigore, ma non si dovrebbe essere obbligati da una legge per dotare la propria autovettura dei seggiolini per bimbi; basta ricordarsi che il bambino lasciato libero nell'abitacolo in caso di una semplice frenata, è sballottato all'interno con rischio di gravi traumi, che purtroppo, a volte, possono essere permanenti. Un'abitudine da evitare assolutamente è quella di tenere il bambino in braccio di un adulto nel sedile anteriore: basta un imprevisto che obbliga il guidatore a frenare (anche a bassa velocità) ed il piccolo è letteralmente schiacciato dal corpo dell'adulto oppure in caso di incidente l'aibag gonfiandosi può ucciderlo nelle braccia del genitore.
E' quindi indispensabile usare il seggiolino; ne esistono vari tipi:
DA ZERO A 9 MESI O COMUNQUE FINO A 10 KG
Il seggiolino va collocato sul sedile anteriore o posteriore in senso contrario a quello di marcia. Se però l'autovettura è fornita di airbag, non va mai posto sul sedile anteriore. E' in pratica una poltroncina imbottita con cinghie, in grado di trattenere un bambino di peso compreso tra i 9 ed i 18 chili. Va collocato in direzione del senso di marcia.
DA 4 A 12 ANNI
Si deve usare uno speciale "cuscino" per permettere di raggiungere l'altezza giusta per utilizzare le cinture di sicurezza della macchina. Come convincere i bambini che i seggiolini vanno usati? Prima di tutto con il buon esempio: i bambini sono molto imitativi, se vedono quindi i genitori allacciarsi le cinture, per loro sarà naturale vedersi allacciare le proprie.
La televisione

Per i piccoli al di sotto dei 2 anni la televisione dovrebbe essere sconosciuta. I bambini sono in grado di capire o di cogliere situazioni angosciose e di violenza.Forse non reagiscono e sembrano tranquilli; in realtà certe immagini restano scolpite nella loro mente. E’ consigliabile vedere la televisione insieme al bambino affinché non sia un evento passivo; per poter rispondere alle sue domande ed essere pronti a evitare la pubblicità assillante o le scene di violenza gratuita che purtroppo intervallano i programmi televisivi. Se non si può stare con lui, è meglio usare il videoregistratore con cui far vedere cartoni animati o filmati su animali
Diversi studi in Europa e negli Stati Uniti hanno dimostrato un possibile rapporto fra programmi televisivi e numero crescente di Suicidi ed Omicidi fra bambini ed adolescenti, dovuti ad imitazione di eventi televisivi. Si è accertato che l’esposizione alla violenza aumenta la probabilità di comportamenti aggressivi ed antisociali che possono essere considerati “normali” dal bambino che non possiede capacità di autocritica. Purtroppo debbo constatare durante le visite domiciliari che molto spesso questi bambini, anche in tenera età sono "parcheggiati" di fronte a questo cubo magico che li fa stare tranquilli, ma a quale prezzo ?
<<Nessun genitore con la testa sulle spalle inviterebbe un estraneo a casa propria ad insegnare ai propri figli. Eppure è ciò che fa la televisione>> (D.I.Singer, 1981)
trenino

giovedì 5 luglio 2012

Cellulari : un rischio per i nostri figli 1 parte



parte 1

 
 

Novita' ottobre 2012 : la cassazione riconosce il danno da abuso di cellulare:
 
leggetelo adesso!!
 
http://www.repubblica.it/salute/2012/10/18/news/cassazione_riconosce_danno_da_abuso_di_cellulare-44780091/
oppure direttamente in questo blog all'articolo " Cellulari pericolosi : la Cassazione conferma "

Iniziamo da un bellissimo articolo del
Dr Ernesto Burgio Coordinatore Comitato scientifico ISDE Italia (Medici per l’ambiente)
 
La notizia ha fatto in poche ore il giro del mondo. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito i cellulari e in generale i campi elettromagnetici a radiofrequenza (wireless) nel "Gruppo 2B" che indica un possibile rischio cancerogeno sugli esseri umani.
I telefoni cellulari e gli altri apparati wireless potrebbero essere, insomma, un fattore importante del notevole incremento di tumori cerebrali che si è verificato, o meglio che si sta verificando negli ultimi anni in tutto il mondo. E a dirlo non sono, questa volta,singoli scienziati (alcuni ricercatori di livello internazionale lo sostengono da anni) ma appunto la IARC, cioè la principale agenzia internazionale di ricerca sul cancro, legata all'Organizzazione Mondiale della Sanità. O meglio 31 scienziati di 14 paesi riuniti dalla IARC per una settimana, per una revisione accurata della letteratura scientifica disponibili fino ad oggi sul tema. Alla fine di questa full immersion il chairman del workshop targato IARC, Jonathan Samet, della University of Southern California, ha dichiarato che "le prove che si vanno accumulando siano ormai sufficienti a motivare l’inclusione delle radiofrequenze elettromagnetiche tra gli agenti classificati come 2B, cioè appunto come possibili cancerogeni”. Si tratta di una notizia destinata a suscitare accese discussioni e polemiche. Di una notizia attesa e auspicata da molti, temuta da altri. Come tutte le notizie che riguardano i rischi per la salute nostra e dei nostri figli, legati ad un inquinamento ambientale sempre più diffuso.. e sempre più invisibile. O per meglio dire: ad una trasformazione sempre più rapida e globale della composizione chimico-fisica dell’ecosfera. Cioè dell’aria che respiriamo e in cui ci muoviamo; dell’acqua che beviamo; delle catene alimentari; degli stessi ecosistemi microbici (in primis di quelli interni al nostro organismo). E’ appunto a questa trasformazione, sia detto per inciso, che si dovrebbe fare riferimento quando si parla di “inquinamento”. Perché al di là della, non sempre agevole, dimostrazione di un nesso casuale tra un singolo agente chimico, fisico o biologico messo in campo dall’uomo (cioè non frutto di un processo di lenta co-evoluzione molecolare durato miliardi di anni) e singole patologie (in particolare tumori) che ne potrebbero essere l’effetto, il timore di molti ricercatori e scienziati è che questa trasformazione così repentina possa interferire con i processi biochimici delicati che permettono e regolano la vita, destabilizzando il nostro DNA…………. La letteratura scientifica su questi temi è, inevitabilmente, recente e complessa: se gli studi che dimostrano il probabile nesso tra l'esposizione prolungata a campi magnetici di bassa intensità e bassa frequenza (elettrodotti) e rischio di leucemie, linfomi e tumori cerebrali, in particolare nei bambini, è vecchia, si fa per dire, di alcuni decenni, solo oggi gli studi sugli effetti per la salute umana delle frequenze più alte e in particolare dell’esposizione ai cellulari sono in grado di fornire risultati utili e attendibili. E questo per il semplice fatto che il rischio è legato essenzialmente alla durata dell’esposizione. La classificazione di "possibili cancerogeni" è stato dato in relazione all’incremento di rischio per due particolari tipi di tumore cerebrale: gliomi e neurinomi acustico. Al di là delle opinioni e delle chiacchiere più o meno fondate, basterebbe ricordare che la stessa IARC nelle sue definizioni conclude in questi termini: un agente può essere classificato come “possibile cancerogeno” anche in assenza di dati di carcinogenicità certa, sulla base di una forte evidenza di dati pertinenti e di meccanismi patogenetici plausibili. E molti dei ricercatori che ancora negano la plausibilità biologica dei rischi cancerogeni connessi alle cosiddette piccole dosi di radiazioni non ionizzanti (parte dei raggi ultravioletti, microonde, radiofrequenze, raggi infrarossi e raggi laser) e persino di quelle ionizzanti (quelle essenzialmente legate a decadimento radioattivo o a fissione nucleare) mostrano di non conoscere la recente letteratura scientifica che da almeno un decennio ha dimostrato come il maggior pericolo per miliardi di esseri umani derivi proprio dalla esposizione quotidiana a quantità minime, ma sempre più significative, di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e di molecole xeno-biotiche che hanno, in ultima analisi lo stesso “bersaglio”: il DNA e le altre biomolecole complesse. Queste piccole quantità di informazione alterata e di energia contribuirebbero in pratica a destabilizzare progressivamente l’epigenoma, per così dire il software del DNA e, nel medio lungo termine lo stesso DNA. E’ stato ad esempio dimostrato da anni che l’esposizione dei nostri tessuti a radiazioni magnetiche nelle frequenze tipiche dei cellulari interferiscono con l’espressione del DNA, inducono le nostre cellule a produrre proteine dello stress, addirittura possono alterare l’espressione di geni che ci difendono dal cancro (cosiddetti geni oncosoppressori).
Telefono-cellulare-cancro
Eppure incredibilmente molti esperti continuano a sostenere che gli effetti dei cellulari sui tessuti sarebbero esclusivamente termici; che non ci sarebbe plausibilità biologica per dimostrare il nesso tra esposizione e cancro; che gli studi epidemiologici sarebbero ancora incerti.Ecco perché il dibattito sui rischi di un aumento considerevole di tumori cerebrali da esposizione prolungata a cellulari e cordless (sarebbe importante sottolineare come questi ultimi siano almeno altrettanto pericolosi dei cellulari: dato trascurato da molti ricercatori) era in corso da almeno un decennio. Da un lato si citavano gli studi epidemiologici importanti e certamente indipendenti del prof. Hardell del Dipartimento di Oncologia dell’Università svedese di Orebro, che ha documentato un incremento rilevante di patologie neoplastiche in soggetti lungamente esposti e chiesto l’immediata applicazione del Principio di Precauzione, in specie nei confronti dei bambini, che rischiano di essere esposti per decenni.. Dall’altro ci si trincerava dietro alle conclusioni, tutto sommato rassicuranti, di alcuni grandi programmi di ricerca come il Progetto Interphone, che ha coinvolto ricercatori di 13 Paesi, ma criticato da numerosi studiosi (tra i primi in Italia il prof Levis, già ordinario di mutagenesi presso l’Università di Padova e membro autorevole del Comitato Scientifico ISDE Italia) perché questo studio inserisce (incredibilmente) tra gli “esposti” soggetti che usano il cellulare “almeno una volta alla settimana per almeno 6 mesi” (il che vuol dire quasi mai!); perché meno del 5% dei soggetti esaminati ha maturato 10 anni di latenza o di uso continuato dei cellulari (il che significa che più del 95% ha un tempo di esposizione del tutto insufficiente, visto che nella gran parte dei tumori in esame il tempo stimato di latenza è notevolmente superiore); per la mancata  identificazione dei tumori omo-laterali, cioè sviluppatisi sul lato della testa abitualmente usato per telefonare, che è il solo significativamente irradiato durante l’uso dei cellulari; per la mancata inclusione dell’utilizzo di cordless negli studi (Interphone considera, a differenza di Hardell, gli utilizzatori di cordless come non esposti, mentre è documentato che la radiazione emessa dal cordless può superare in intensità quella di un cellulare.. E infine (last but not the least) perché l’intero Progetto Interphone è finanziato in parte dalle stesse case delle telefonia mobile.
Riscaldamento del cervello
da questa immagine risalta come una esposizione di soli 15 minuti fa aumentare la temperatura in un adulto, figuriamoci in un bambino……
Proprio su quest’ultima critica sembra essersi incentrata la polemica tra studiosi e ricercatori in Italia: alcuni dei ricercatori italiani impegnati nel Progetto Interphone hanno infatti preso le distanze dalle analisi critiche del prof Levis, bollato come portatore di una “cultura del sospetto”, sottolineando che dichiarare inattendibili i risultati dello studio Interphone a causa di distorsioni legate a conflitti di interesse, sarebbe pericoloso (anche perché una quota sempre più significativa dei finanziamenti per la ricerca viene da committenti privati e in particolare da grandi imprese multinazionali). Gli stessi ricercatori sono arrivati al punto di criticare duramente una sentenza della Corte d’Appello di Brescia che ha riconosciuto “il requisito di alta probabilità” tra uso intenso e prolungato di cellulare e incidenza di un tumore ipsilaterale del nervo trigemino, ed ha condannato l’INAIL a corrispondere al ricorrente – invalido all’80% - la rendita per malattia professionale. E criticando lo stesso prof. Levis per il “discutibile supporto da lui fornito alle conclusioni della sentenza…. e per l’enormità delle conseguenze che questa potrebbe avere”. Inutile dire che le critiche hanno spinto il prof. Levis a rispondere per le rime: sottolineando da un lato come i difetti più gravi dello studio Interphone siano (come ho ricordato sopra) ben altri e in grado di distorcere gravemente i dati e di sottovalutare enormemente i rischi; come il conflitto di interesse sia innegabile (e supportato dal dato di fatto che la gran parte degli studi finanziati dalle ditte di telefonia mobile non trovano una correlazione significativa con l’aumento dei tumori), al contrario degli studi indipendenti come quelli di Hardell; come qualsiasi medico o ricercatore responsabile dovrebbe piuttosto sottolineare le possibili (enormi) conseguenze per i nostri figli e nipoti di una possibile sottovalutazione del rischio, piuttosto che evidenziare i rischi finanziari di soggetti inevitabilmente interessati al profitto piuttosto che alla tutela della salute pubblica. Difficile dire se il verdetto della IARC contribuirà ad attenuare i toni del contenzioso. Difficile anche credere che una dichiarazione, indubbiamente autorevole, ma inevitabilmente e giustamente cauta possa risolvere in tempi brevi il busillis dei dati epidemiologici ancora incerti circa le dimensioni del “possibile incremento”, che tutti dobbiamo augurarci non drammatico (conviene ricordare anche in questa sede come l’aumento generale dei tumori infantili in tutt’Europa e in particolare in Italia rappresenti un problema delicato, dibattuto e preoccupante).
Dobbiamo però sottolineare come anche in questo caso il rischio per i bambini sia notevolmente maggiore e certamente sottovalutato: basti  pensare che è stato dimostrato che le radiazioni elettromagnetiche emesse da un cellulare, che in un adulto interessano “solo” la parte direttamente esposta del cervello, nel bambino raggiungono addirittura l’emisfero controlaterale. Abbiamo già ricordato come la durata dell’esposizione rappresenti uno dei fattori-chiave nel campo della tossicologia e, soprattutto, della cancerogenesi e come il tempo di “latenza” tra l’esposizione iniziale e il manifestarsi di un tumore sia sempre di anni o decenni (nel caso dei tumori cerebrali si pensa che gli anni di latenza siano non meno di quindici). Noi adulti siamo esposti in modo significativo appunto da dieci o quindici anni: il fatto che comincino ad accumularsi le prove di un aumento di tumori cerebrali negli adulti esposti per un tempo appena sufficiente a determinare un incremento di rischio è già di per sé motivo di apprensione. E’ dunque necessario ed urgente che le Società internazionali e nazionali di pediatria scendano in campo per evitare che i bambini siano esposti per decenni a dosi sempre maggiori di radiazioni ionizzanti e di altri inquinanti e che i pediatri, trovino il modo per informare i genitori circa l’esistenza di un rischio che non può e non deve essere più sottovalutato e per convincerli del fatto che si possono e devono trovare modi e strumenti meno pericolosi per meglio “controllare” il proprio bambino.
segue…

domenica 1 luglio 2012

Consigli sul neonato 1° parte

clip_image002[10]

Premessa:

I giovani genitori, a torto o a ragione, considerati sprovveduti ed inesperti da parte dei parenti (soprattutto dalle madri e dalle suocere), sono facili vittime di continui e spesso contraddittori consigli. Il piccolo mangia troppo o troppo poco, ha troppo freddo o troppo caldo: non deve uscire; non dorme abbastanza; è bene lasciarlo piangere o viceversa occorre cullarlo in continuazione: i pareri si sprecano, tanto più perentori quanto meno qualificati. La mamma anche se giovane, non dovrebbe seguire nessuno dei tanti consigli prodigati (anche se non richiesti), che sono, per lo più, inutili e non fanno che accrescere i sui dubbi e le sue ansie. Discuta i suoi problemi con il Pediatra e poi si comporti in base al suo personale buon senso e giudizio. Anche i confronti ed i commenti sul neonato sono inesauribili: per gli uni è il ritratto del nonno, per altri assomiglia alla zia; per altri ancora è molto più avanti (o indietro) del cuginetto nato tre mesi prima, ecc. Ogni bambino è unico ed ha un suo personale ritmo di accrescimento e di sviluppo. Tutti i confronti con altri neonati sono pertanto inutili ed irritanti per i genitori, che hanno già sufficienti preoccupazioni e problemi per conto loro. Ho cercato di rispondere nelle pagine seguenti ai numerosi dubbi che possono assillare i neo genitori.
Si ricorda che l'orario dei pasti deve avvenire sempre nel rispetto del sonno del bambino; non svegliarlo mai se supera l'ora della poppata; in ogni caso il bambino col tempo giungerà da solo ad autoregolarsi sia sulla quantità di latte sia sull'orario. Può essere utile controllare nella prima settimana la quantità di latte materno preso pesando il bambino prima e dopo il pasto. Se la mamma ha poco latte, la poppata al seno sarà integrata da latte in polvere e possibilmente non eliminata almeno per il primo mese. Qualunque siano le ragioni che inducono la mamma a ricorrere al biberon (assenza di latte, mastite, malattie o trattamenti farmacologici ecc.) la sua scelta è degna di rispetto e non deve in alcun caso suscitare in lei senso di colpa. Anche l’allattamento con il biberon, ed i vari tipi di latte attualmente disponibili può essere ottimo per il neonato: come sempre quello che conta, non è tanto ciò che si da, ma il modo con il quale si dà. E’ soprattutto importante che la sua mamma sappia capire il suo bambino, soddisfare i suoi fabbisogni, creare con lui un rapporto di comprensione e soddisfazione reciproca.
Nell’alimentazione artificiale l'errore più comune è l'eccesso di cibo: spesso la madre insiste perchè il bambino vuoti il biberon fino all'ultima goccia: si consideri che una nutrizione eccessiva nell'infanzia può essere la premessa di un'obesità dell'adulto cui è difficile porre rimedio. Inoltre le dosi devono essere esatte sia per quanto riguarda i misurini di polvere (che devono essere rasi con una lama di coltello e non compressi) sia quelle dell'acqua da aggiungere;infatti dando troppa polvere il latte ricostruito sarà troppo concentrato;il bimbo avrà sete,piangerà, la madre sentendolo piangere potrà pensare che abbia fame e gli darà del latte creando un circolo vizioso. Per quanto riguarda il problema della qualità del latte materno (troppo leggero? troppo grasso? Digeribile o non digeribile? ecc.) è bene rassicurare, una volta per tutte, le mamme, che il latte di una donna giovane e sana, con un’alimentazione normale, è sempre adatto al neonato e che le varie analisi sono del tutto superflue.
Non forzare quindi mai l'alimentazione.
IL BAMBINO SA AUTOREGOLARSI
Subito dopo la nascita il bambino perde parte del suo peso che in genere riacquista verso il 10° giorno. Per sapere se il bambino mangia abbastanza il criterio di valutazione più sicuro è dato dall'accrescimento settimanale che si aggira sui 150 - 200 gr da controllare alla stessa ora, con neonato nudo e prima della poppata. Dopo i primi 4 - 5 giorni la maggior parte dei neonati lasciati liberi di scegliere si orienta spontaneamente sul numero di 6 pasti, poi passa a 5: all'incirca ogni tre ore e mezza con un più lungo intervallo notturno. Il latte artificiale non ha la capacità di proteggere da infezioni come il latte materno Bisogna per questo sterilizzare il biberon e le tettarelle ad ogni pasto. L' acqua di diluizione, se non si utilizza quella in bottiglia ma quella dell'acquedotto, deve essere sempre bollita. Un quesito frequente è se il bambino abbia bisogno anche di bere: solo nella stagione calda od in inverno se l'ambiente è molto riscaldato e secco, il bambino può avere sete e pertanto si potrà dargli acqua, o bevande per neonati in un volume massimo di 100 - 200 gr al giorno.

 

Tecnica di allattamento

Il bambino al seno assume la maggior parte della sua razione in breve tempo: 10 minuti al seno destro e 10 minuti al seno sinistro sono sufficienti. Il neonato deve prendere insieme capezzolo ed areola, se afferra solo il capezzolo l'uscita del latte resta bloccata perchè manca l'operazione di spremitura. Se il bambino assume latte artificiale, controllare se il latte esce bene dalla tettarella: si capovolge il biberon: il latte deve defluire con regolarità goccia dopo goccia.
Come tenerlo mentre mangia?
a) Posizione seduta:la schiena deve essere ben eretta,appoggiata ed aderente allo schienale della sedia;se si forma un incavo tra schienale e schiena, mettere un cuscino. Accavallare le gambe e tenerlo in braccio perchè possa avere contatto fisico con il genitore e possibilmente possa guardarlo in viso. Così facendo il neonato è pronto a ricevere il biberon o ad afferrare il capezzolo della mamma.
b) Posizione coricata su di un fianco: La mamma stesa sul letto, con la testa appoggiata sul braccio piegato ed il bambino steso accanto.
Ricordarsi di tenere un po’ il neonato in posizione verticale per facilitare l’emissione dell'aria eventualmente ingerita. Bisogna tenere il biberon in modo che la tettarella sia sempre colma di latte; in questo modo non daremo al bambino aria da succhiare (rigurgiti-coliche) ma solo latte.

 

Le prime notti

La vita del neonato ha un ritmo bipolare, regolato da due eventi: il sonno ed il pasto. In altre parole, nei primi giorni di vita, il piccolo o mangia o dorme. Il suo sonno ad un inesperto può sembrare strano: infatti periodi di sonno calmo e tranquillo, si alternano a periodi di sonno agitato, con una respirazione rumorosa, frequente, irregolare, a volte intervallata da pause di qualche secondo, che fanno temere il peggio ai genitori angosciati. Queste irregolarità del respiro, durante il sonno, sono del tutto normali nei primi giorni di vita e riflettono l’adattamento del neonato alle nuove condizioni di vita: come per tutte le funzioni vitali, sta’ attraversando un periodo di “rodaggio”. Per facilitare il respiro è sufficiente instillare, più volte al giorno, e soprattutto in inverno con il riscaldamento acceso, due o tre gocce di soluzione fisiologica nelle narici e porre il neonato, per qualche secondo, in posizione semiseduta, sollevato sul piano del letto da uno o due cuscini.

 Allattamento artificiale, come preparare il latte

  • Lavare accuratamente le mani e asciugarle con cura.
  • Versare nel biberon acqua oligominerale non gasata a basso contenuto di sali minerali riscaldata a circa 70 gradi . E' molto importante raggiungere questa temperatura: vengono preservate le proprietà nutrizionali del latte (l’acqua bollente a 100 gradi “rovinerebbe” il latte) ed è drasticamente ridotto il rischio derivante dall’Enterobacter Sakazakii e dagli altri patogeni. ATTENZIONE ALLA CONCENTRAZIONE DI ARSENICO.
  • Al supermercato si trova l'acqua Sant'Anna sorgente REBRANT : 1 microgrammo:/litro: buona.
  •  In bottiglia quadrata no tonda è altra sorgente !!
  • Aggiungere i misurini di polvere secondo le indicazioni riportate sulla confezione del latte (in genere la ricostruzione avviene secondo la proporzione di un misurino RASO ogni 30 ml di acqua); il misurino va riempito senza pressare la polvere, livellato con una lama.
  • Chiudere il biberon e agitare energicamente.
  • Raffreddare il biberon e controllare accuratamente con un termometro che la temperatura sia scesa sui 36-37 gradi !!!   , con doppio controllo  versatene alcune gocce sul polso o sul dorso del braccio. 
  • Somministrare il biberon al bambino.

Dopo la poppata il biberon va pulito accuratamente all'interno con uno scovolino, non è indispensabile sterilizzarlo insieme a tettarella, ghiera e tappo.
 


!!!!!! ATTENZIONE !!!!!!


Importante è verificare che il contenitore in plastica non contenga il Bisfenolo A (BPA).

Con il riscaldamento CON MOLTA PROBABILITA' può contaminare l'alimento.
 
 

Dal 1 giugno 2011 l'Italia ha recepito una norma europea non rendendo più commercializzabili i biberon in policarbonato contenenti questa sostanza molto tossica e con poteri cancerogeni.
Non utilizzate quindi i vecchi biberon usati dai fratelli !!!. Se non siete sicuri che scodelle , piattini e cucchiaini ne siano privi, tornate ad utilizzare il vetro la porcellana e l'acciaio.

Problemi digestivi

Una fonte di inquietudine per la mamma sono i problemi inerenti alla digestione. Il ruttino, in primo luogo. Vi sono neonati che non lo fanno per nulla e non per questo digeriscono meno bene il loro pasto; al contrario vi sono neonati (avidi e rapidi nella suzione, durante la quale inghiottono notevoli quantità di aria) capaci di emettere aria in modo tanto rumoroso, da apparire sorprendente in esseri così piccini. Il singhiozzo, talvolta inquietante per chi vi assiste, non ha alcun significato patologico, anche se può apparire come un noioso disturbo per il neonato. Scompare da solo, dopo intervalli variabili o dando al neonato alcune gocce di limone. I rigurgiti possono ripetersi più volte, fra un pasto e l’altro. Non sono mai abbondanti e non interferiscono minimamente sull’accrescimento. Le feci: il bambino allattato al seno evacua sovente, quasi ad ogni poppata, feci molli, giallo oro, a volte semiliquide. Le feci del neonato ad allattamento artificiale sono invece più consistenti, di colore più pallido, giallo striato di grigio verde e più rare. La stitichezza Il bambino che evacua una sola volta al giorno o anche a giorni alterni, non può essere considerato stitico. E’ meglio evitare l’abitudine tanto diffusa di stimolare la defecazione introducendo quotidianamente nel retto un termometro unto di crema o dei microclismi: in questo modo si crea un vero e proprio riflesso condizionato, per cui il piccolo non evacua mai spontaneamente, ma soltanto in seguito a stimolazione esterna. Al massimo al 3° giorno senza evacuazioni, si potrà ricorrere ad un clisterino.

 

Accrescimento: Non sarà troppo magro?

Dopo i primissimi mesi di vita, la crescita in peso è più irregolare:a momenti di rapido aumento ne seguono altri di rallentamento,quasi di sosta. Capita a tutti i bambini. Durante i primi tre mesi il piccolo cresce di 800 - 900 grammi circa al mese,poi l'aumento di peso rallenta: 450 - 600 grammi dal 3° al 6° mese; 300 - 450 grammi dal 6° al 9° mese e circa 300 grammi dal 9° al 12° mese. Al primo compleanno la bilancia segnerà 9 - 10 chili, circa tre volte il peso alla nascita. Nel secondo anno, la crescita in peso è più modesta : 2 - 2,5 chili in tutto; in altezza: 10 - 11 centimetri rispetto alla crescita di 25 centimetri del primo anno. Tra i tre ed i quattro anni  il bambino potrebbe sembrare magrolino, ma è normale, stà solo diventando grande: più snello e meno paffutello. Infatti in questo periodo, si formano i muscoli ed i "rotolini" tendono a scomparire. Anche il ritmo di crescita diminuisce e si attesta sui 2,5 chili e sui 9 centimetri di altezza.

 

Quanto sarà alto da grande? Un calcolo molto approssimativo…

  • Per i maschi : si somma l’altezza del papà e della mamma,si aggiunge 13 e si divide per 2. Avremo l’altezza media in centimetri. A quest’altezza si può aggiungere o sottrarre 8 per avere l’altezza massima o minima.
  • Per le femmine : si somma l’altezza del papà e della mamma,si sottrae 13 e si divide per 2. Avremo l’altezza media in centimetri. A quest’altezza si può aggiungere o sottrarre 8 per avere l’altezza massima o minima.

 

Prevenzione delle ragadi

Dopo la poppata lavare delicatamente il capezzolo con acqua bollita ed un po’ di sapone, asciugarlo accuratamente e spalmarlo con un velo di vaselina o prodotti idonei in commercio che vanno accuratamente asportati prima della poppata seguente. Il bambino deve succhiare con tutto il capezzolo in bocca,compresa buona parte dell'areola. Non usare profumi o saponette profumate per lavare il seno.
clip_image002[12]