domenica 30 dicembre 2012

L’ALIMENTAZIONE DAI 9 AI 18 MESI

Nel periodo di tempo che intercorre tra il 9° e 18° mese, il bambino affina ed arricchisce le capacità motorie e psichiche acquisite in precedenza e prosegue nel suo sviluppo con nuove esperienze e non pochi conflitti.
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L’ALIMENTAZIONE DAI 9 AI 18 MESI
A partire dal momento in cui il bambino assume quattro pasti diversificati, a base di latte, frutta, verdure, cereali, e carne, la dieta viene ad assomigliare sempre più a quella degli adulti. Ciò è possibile, in quanto l’organismo diventa capace di assimilare quasi tutti gli alimenti ed il bambino è in grado di masticare e di utilizzare sempre meglio il cucchiaino ed il bicchiere. A questo punto i problemi di alimentazione non riguardano più tanto la qualità dei cibi, ma la necessità di seguire una dieta equilibrata ed adeguata al bambino, soprattutto se mangia poco volentieri.
E’ quasi impossibile fissare delle regole precise, per quanto riguarda le quantità di alimenti necessari a questa età.
E’ molto meglio basarsi sull’appetito del bambino e lasciare che egli si regoli da solo, purché il suo accrescimento rimanga regolare. Importante è la regolarità dell’accrescimento che deve essere progressiva e costante. In realtà, per il fatto che la dieta del bambino si avvicina a quella dell’adulto, molti dei nostri bambini seguono una dieta troppo ricca.
Questo eccessivo apporto nutritivo trova spiegazione nella convinzione diffusa tra le mamme, che un bambino che mangia molto è un bambino in buona salute, a differenza di quello che, essendo presto sazio, mangia meno e rifiuta le pietanze preparate con tanto amore dalla mamma.
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E’ vero, invece, il contrario: un eccesso apporto calorico, che rende il bambino grassottello (quando non obeso), non è consigliabile per la futura salute del piccolo, in quanto lo abitua ad un sovraccarico di cibo, che negli anni a venire potrà essergli addirittura nocivo. L'equilibrio alimentare non è sempre facile da seguire, perché i bambini modificano con frequenza i loro gusti ed il loro appetito che varia molto da un giorno all’altro. Inoltre, in questo periodo, il desiderio di autonomia e di autoaffermazione si manifesta sovente con una opposizione al cibo, con capricci improvvisi e rifiuti inspiegabili. Se il bambino rifiuta la carne o respinge le verdure, che fino al giorno prima sembrava gradire, non facciamone una tragedia: la sua salute non sarà compromessa ed il suo accrescimento continuerà secondo il suo ritmo, anche se per un certo periodo, preferirà latte o le uova. Esaminiamo i vari tipi di alimenti:
Latte e latticini
Sia il latte, sia i suoi derivati ( formaggi, yogurt, creme, budini, ecc.) hanno più o meno lo stesso valore nutritivo. Contengono proteine animali e soprattutto calcio, di cui rappresentano per il bambino la fonte principale. E’ raccomandata l’assunzione giornaliera di circa mezzo litro di latte o di una quantità equivalente di latticini.
Le proteine animali
Sono presenti nella carne, nel pesce, nelle uova, e a poco a poco nella dieta del lattante sostituiscono quelle del latte. La quantità di carne da somministrare ogni giorno ad un bambino di 12 – 15 mesi, che assume ancora circa mezzo litro di latte, dovrebbe essere circa 30 grammi. Tutti i tipi di carne sono indicati per il bambino, non deve essere dimenticato il pesce che deve essere spesso offerto al bambino.
 
La frutta e le verdure
Fonte di vitamine e di zuccheri e le verdure ricche di sali minerali, di cellulosa e di acqua, sono molto importanti per una dieta equilibrata, inoltre favoriscono le funzioni intestinali. Questi due tipi di alimenti sono uniti tra loro in quanto il rifiuto momentaneo delle verdure ( tanto spesso lamentato dai genitori ), può essere compensato con un maggiore apporto di frutta.
Gli zuccheri
Sono di due tipi. Alcuni, rappresentati dall’amido, sono a lenta assimilazione e sono contenuti nelle patate, nei cereali, ( grano, riso, mais, orzo ) e nelle leguminose ( piselli, fagioli, lenticchie ). Altri, in particolare il saccarosio, sono a rapida assimilazione e si trovano nello zucchero da cucina, nei dolci e nelle bevande dolcificate. Il consumo di questi cibi è molto spesso eccessivo e comporta il rischio di obesità, di disturbi digestivi e di carie dentale. L’uso di aggiungere zucchero non necessario a molti cibi e bevande, è un errore in quanto abitua il bambino a prediligere i sapori dolci ed a rifiutare gli altri alimenti, creando delle consuetudini alimentari difficili poi da correggere.
Le modalità del pasto, in questo periodo, subiscono delle notevoli variazioni. Non vale la pena di insistere sul metodo di assunzione degli alimenti ed è meglio accondiscendere alle esigenze del bambino, per non creare conflitti, proprio nel momento dei pasti, e correre il rischio di vedere comparire una inappetenza ostinata. Il desiderio di mangiare da solo, con conseguenze catastrofiche per la pulizia dell’ambiente circostante e dello stesso bambino, ( gli schizzi di pappa tutto attorno sono la regola ) trova non pochi ostacoli da parte della mamma, che certo preferirebbe continuare come prima, ad imboccare il suo piccolo. Questi tentativi di fare da sé, sono l’espressione del desiderio di autoaffermazione, che non dovrebbe essere contrastato. Se la mamma ha un po’ di pazienza e si accontenta di sorvegliare il bambino, lasciandolo mangiare da solo, non correrà il rischio di vedersi rifiutare la pappa, per l’opposizione del piccolo a farsi imboccare. “ il mio bambino non mangia niente” E’ il ritornello dei genitori di bambini tra 1 e 5 anni di età.
 
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Senza apparente motivo, il piccolo, che fino ad allora aveva sempre mangiato con buon appetito, incomincia a rifiutare qualche alimento; torce il naso di fronte alle verdure; mangia a stento pochi bocconi e, appena può abbandona la tavola per giocare.
Se il fatto si ripete di frequente, i pasti diventano una specie di incubo per lui e per la famiglia. Eppure il fenomeno è molto più comune di quanto non si creda; è del tutto normale e senza gravi conseguenze, se i genitori sanno affrontarlo con saggezza.
Vi sono diversi fattori che spiegano questa diminuzione dell’appetito, a partire dall’anno di vita. Innanzi tutto il rallentare del ritmo di crescita e la riduzione dell’aumento di peso rispetto a quanto accadeva nei primi 12 mesi di vita; il bambino non trova più grande interesse per il cibo ( che è sempre lo stesso, un po’ ripetitivo ), mentre è attirato da attività diverse, che suscitano la sua attenzione e lo distraggono dal pasto: giocare, camminare, esplorare la casa, sono per lui occupazione ben più interessanti del mangiare, che è diventato una noiosa necessità.
La situazione è aggravata dall’inquietudine dei genitori, i quali, nel timore che il piccolo non si nutra a sufficienza, continuano ad offrirgli degli spuntini “fuori orario”, riducendo ulteriormente il suo appetito al momento del pasto. Si crea così un circolo vizioso: il bambino non ha mai fame perché è sempre sazio ed alla mamma, angosciata, sembra che non mangi nulla. E’ evidente che il biscotto, il dolce, la frutta od il pezzo di pane, offerti alle 11,30, non favoriscono l’appetito per il pranzo di mezzogiorno e che lo yogurt dato alle 18, mal si accorda con la minestrina della cena che segue una o due ore dopo.
E’ compito del Pediatra e ……della bilancia, dimostrare ai genitori impauriti che il loro bambino non è denutrito e non rischia di morire di fame. Questo problema dell’inappetenza, in realtà solo apparente, è tipico del primo figlio e non si verifica quasi mai nei successivi fratelli, probabilmente perché i genitori, più esperti e meno ansiosi, si creano minori preoccupazioni.
I PRIMI PASSI
Imparare a spostarsi da un luogo all’altro è una tappa fondamentale dello sviluppo che riflette l’acquisizione dell’autonomia motoria. Ora il bambino può muoversi come vuole, gattona, oppure striscia sul pavimento. L’inizio dei primi passi con l’aiuto della mano dei genitori è molto variabile, sia per epoca, sia per modalità di comparsa. Vi sono bambini più leggeri ed agili, che stanno in piedi molto presto ed imparano in pochi giorni a camminare velocemente, tanto da richiedere una attenta sorveglianza per le loro imprevedibili iniziative ( toccano tutto ignorando il pericolo ). Altri bambini, più pesanti e robusti, di temperamento più calmo o semplicemente più paurosi, ritarderanno l’acquisizione sia della stazione eretta, sia della marcia, con e senza appoggio. I genitori non si devono preoccupare per questo ritardo, poiché la differenza tra un bambino e l’altro può essere anche di qualche mese, pur restando nella normalità.
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Inoltre, vi sono bambini che, avendo imparato a spostarsi velocemente ed agilmente a quattro zampe, sono riluttanti ad abbandonare questo modo di locomozione.



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Dalla acquisizione della marcia senza appoggio, che il bambino raggiunge di norma fra i 12 ed i 18 mesi di età, alla marcia spedita, la distanza è breve. Il bambino passa molto presto dalla marcia incerta e barcollante, a gambe larghe e tese, con il corpo proiettato in avanti, ad una marcia più disinvolta ed equilibrata, che gli permette persino di correre. Tuttavia i progressi, pur essendo rapidi, sono contrassegnati da fasi alterne di apparenti e transitori regressi, per lo più dovuti a qualche clamoroso incidente. Le cadute sono infatti all’ordine del giorno, in questo periodo di tumultuoso sviluppo motorio, e possono spaventare il piccolo, rendendolo più prudente e timoroso. A quest’epoca, i più coraggiosi sono anche in grado di salire o scendere le scale, sia pure in modi diversi: chi da seduto, chi gattonando, chi aggrappandosi alle pareti od alla mano rassicurante dei genitori. L’esplorazione del mondo esterno arricchisce le sue esperienze, ma comporta non pochi rischi.

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A questa età il bambino ignora il pericolo: tocca tutto, porta alla bocca ed ingerisce ogni oggetto a portata di mano; compie movimenti e gesti imprevedibili e spesso pericolosi. E’ il momento di allontanare da lui tutto ciò che rappresenta un rischio e che può attirare la sua attenzione; è il momento in cui è richiesta la massima sorveglianza, per evitare incidenti talvolta anche molto gravi.

Nello stesso tempo, è bene che il piccolo goda della sua autonomia e di una certa libertà per poter ampliare le sue esperienze ed imparare a conoscere il pericolo e ad evitarlo. Vi sono poi due diversi modi per prevenire i rischi: l’uno di allontanarlo dal pericolo e l’altro di spiegarglielo con pazienza e di cercare di farglielo capire, anche a costo di qualche ferma proibizione.
 
LE PRIME SCARPINE
Quando è opportuno far calzare al bambino le prime scarpine?. La risposta è semplice: soltanto quando incomincia a compiere i primi passi. Prima di quel momento le scarpine sono inutili e fastidiose per il piccolo. Lasciamo i suoi piedini liberi, finché è possibile. D’altronde, anche se il bambino cammina a piedi nudi sul tappeto o sulla sabbia, non ne trae che beneficio, sviluppando meglio l’arco plantare e rinforzando in tal modo i muscoli del piede. Comunque le scarpe ad un certo punto devono essere comprate: saranno confortevoli, comode, a punta larga, dovranno calzare bene, senza stringere, e sostenere la caviglia senza comprimerla. La suola deve essere leggera antiscivolo e morbida: prendiamo in mano la scarpina tenendo la suola sul palmo. Premendo la punta con il pollice e trattenendo la parte posteriore con le altre dita, la suola dovrebbe flettersi agevolmente. Non deve inoltre essere né troppo corta né troppo lunga.
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Per accertarsene, basta farla indossare al piccolo e, tenendolo in piedi, premere con un dito sulla punta: dovrebbe restare circa un centimetro libero davanti all’alluce. Uno spazio maggiore rischierebbe di far “ballare” il piede, riducendo la stabilità. La crescita del piccolo, in questi mesi è rapidissima, meglio quindi acquistare un paio di scarpine alla volta: in questo modo, oltre a garantirgli la misura sempre adeguata al piedino, non si spenderà in tante paia di scarpe che presto saranno strette ed importabili.
LE VACCINAZIONI
Al compimento del 1° anno di età il bambino deve in genere completare il ciclo di base delle vaccinazioni obbligatorie e in pratica deve essere sottoposto alla 3° dose di vaccino Esavalente, Antipneumococco ed Antimeningococco C. Verso i 15 mesi è opportuno sottoporre il bambino alla vaccinazione “antimorbillo/rosolia/parotite”, a quest’età, infatti, il piccolo non è più protetto dagli anticorpi trasmessigli dalla madre durante la gravidanza e può contagiarsi se viene a contatto con soggetti ammalati. Idem per la vaccinazione antivaricella. Vedere anche articolo : Le vaccinazioni
IL SONNO
La sua durata totale non si modifica. Il sonnellino del mattino è soppresso, mentre rimane sempre importante quello del pomeriggio, se non per la sua durata, per la sua utilità. Esso comprende una semplice fase di sonno leggero, una ventina di minuti od un ciclo completo di sonno, da una ora e mezzo a due ore, durante il quale un risveglio forzato può essere mal accolto. imagesCARXSJPO
E’ opportuno quindi rispettare il sonnellino pomeridiano qualunque ne sia la durata, che può variare da un giorno all’altro, poiché esso corrisponde ad un profondo bisogno fisiologico del bambino. E’ necessario che il sonno sia un piacere cui il bambino si abbandona spontaneamente e che prevalga sul gioco e sulla compagnia degli adulti. Perciò perché non lasciare che il bambino si addormenti vicino ai genitori su una poltrona o meglio, nel suo letto, con un genitore accanto?. Sottostare al rituale che molto spesso presiede all’atto di andare a letto ( canzone, storiella, musica, oggetto-feticcio ) e che richiede il suo tempo, è certamente uno dei modi migliori di addormentare il bambino facilmente, dimostrandogli che non si vuole sbarazzarsi di lui.
Vedere anche articolo : Il sonno
































sabato 29 dicembre 2012

La mia vecchia passione : L’acquario marino

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Tutte le foto si riferiscono al mio vecchio acquario di barriera di circa 1500 litri curato con passione fino al 2008.

venerdì 28 dicembre 2012

Sai salvare una vita? Rianimazione Cardiopolmonare linee guida IRC-ERC 2010

 
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Ci sono situazioni di emergenze in cui il sapere fare e come farlo può fare la differenza tra la vita e la morte. Una di queste circostanze è l’arresto cardiaco nel quale l’intervento pronto con una rianimazione cardiopolmonare può mantenere in sopravvivenza la vittima e guadagnare tempo in attesa dei soccorsi.
 
 
Se non si interviene entro 10 minuti, il cervello subirà danni  irreversibili.
 
Le malattie cardiovascolari nell’adulto, sono la causa di oltre il 41% dei decessi registrati ogni anno in Italia e quindi rappresentano la principale causa di morte, molto superiore ad esempio alla percentuale dovuta a cause tumorali (28,4%). Con il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale forniamo ossigeno al cervello. La respirazione cardiopolmonare (RCP) non sempre riesce a far ritornare la circolazione e la respirazione spontanea, per questo non va mai interrotta finché non arrivano i soccorsi avanzati, anche se questo può comportare lo sfinimento del soccorritore.
Nella gestione dell’arresto cardiaco, per favorire un completo recupero del paziente, è necessario realizzare una serie di interventi: la cosiddetta CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA e la mancata attuazione di una delle fasi del soccorso riduce quasi a zero le possibilità di sopravvivenza della vittima.
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I quattro anelli sono :
  1. Riconoscimento e Allarme Precoce al 118.
  2. Inizio immediato della rianimazione cardiopolmonare.
  3. Defibrillazione Precoce che se effettuata entro i primi 5 minuti dopo la perdita di coscienza consente percentuali di sopravvivenza comprese tra il 45 e 75%.
  4. Soccorso avanzato.
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Come comportarsi?
  • VALUTARE SE PRESENTE PERICOLO
  • VERIFICARE LO STATO  DI COSCIENZA
  • CHIAMARE IL 118
  • INIZIARE LA RCP
  • USARE UN DEFIBRILLATORE SE DISPONIBILE
A) Valutare se presente un pericolo
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 Prima di intraprendere qualsiasi manovra, bisogna assicurarsi che non ci siano pericoli incombenti. In caso affermativo, bisogna mettersi in sicurezza e quindi spostare in un luogo sicuro la vittima facendo attenzione ad evitargli movimenti di flessione od estensione della colonna. Inoltre il luogo sicuro deve essere anche idoneo all’eventuale applicazione di un defibrillatore ad esempio in caso di un arresto cardiaco in spiaggia, bisogna trasportarlo in luogo asciutto ( si somministreranno scariche elettriche !! ).


B) Verificare lo stato di coscienza
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Chiamare ad alta voce il bambino
Provocare uno stimolo doloroso (pizzicarlo preferibilmente a livello anteriore del muscolo trapezio, cioè il muscolo tra la spalle ed il collo).
Evitare traumatismiSe risponde e la situazione ambientale non è pericolosa si chiama soccorso.
Se non risponde si passa al paragrafo successivo posizionando il bambino su un piano rigido a pancia in su, spogliandolo ed allineandolo
 
C) Chiamare il 118
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D) Iniziare la RCP


La  respirazione cardiopolmonare si basa su tre azioni da fare in sequenza rappresentate dalle lettere

A ( dall’inglese Airway ) : apertura vie aeree

B ( Breathing ) : respiro

C ( Circulation ) : Circolo = massaggio cardiaco

A
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APERTURA VIE AEREE
In una persona incosciente, la lingua può cadere all’indietro ed ostruire le prime vie aeree. Per evitare ciò si appoggia una mano sulla fronte e la si estende all’indietro. Con due dita dell’altra mano si solleva il mento. Se all’interno della bocca si nota un corpo estraneo facilmente rimovibile, si estrae. Se è profondo, si rischia di provocare una ostruzione totale con le nostre manovre, per cui lo lasciamo in sede.
B
 
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VALUTARE RESPIRO TEMPO CONCESSO : 10 SECONDI


In questa posizione, sapendo che il passaggio dell'aria dal naso ai polmoni è possibile perché non c'è l'ostruzione della lingua, possiamo capire se la persona non respira perché ha un arresto respiratorio. Può essere difficile capire se una vittima incosciente ha una respirazione normale e efficace. Per valutare in modo corretto l'attività respiratoria possiamo utilizzare la manovra del GAS con la quale mantenendo l'iperestensione della testa è possibile Guardare il sollevamento del torace, Ascoltare rumori respiratori, Sentire e ricercare l'eventuale flusso di aria. Nello stesso tempo possiamo osservare se il paziente si muove o tossisce. Se il lattante od il bambino respira,si controlla il respiro ogni minuto in attesa dei soccorsi.
Se non respira dobbiamo pensare ad un arresto cardiaco, e quindi iniziare immediatamente le manovre di BLS.
Se non respira :
Vedere prima questi video su YouTube
 
Fare cinque ventilazioni mantenendo la iperestensione della testa



  • Bambino di età superiore ad 1 anno : BOCCA/BOCCA. La bocca del soccorritore aderisce a quella del bambino. Si pinza il naso con le dita chiudendo le narici.
  • Lattante di età inferiore ad 1 anno : BOCCA/BOCCA-NASO. Si posiziona la bocca del soccorritore in modo che aderisca intorno alla bocca ed al naso del lattante.
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Ogni volta che si effettua una insufflazione bisogna fare attenzione che il torace si sollevi mentre si immette aria e che si riabbassi quando stacchiamo la bocca, questo movimento toracico durante la respirazione ci permette di capire che la manovra che stiamo eseguendo è efficace.


Valutare se presenti segni di circolo Tempo Concesso: 10 secondi.



 Se non sono presenti segni vitali come Tosse, Movimenti, Respiro, iniziare le compressioni toraciche.

C


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Dai video avrete visto che:
  • Bambino di età superiore ad 1 anno : Le compressioni andranno effettuate sulla metà inferiore dello sterno senza andare oltre al processo xifoideo. repere
Per trovare il punto esatto di compressione individuare il processo xifoideo (la fine dello sterno) nell’angolo in cui si incontra con i margini costali inferiori. Da un dito trasverso sopra si iniziano le compressioni che si effettuano con una mano tesa.


  • Bambino di età inferiore ad 1 anno : Si effettuano le compressioni con due dita tese.
 

30 compressioni alternate a 2 insufflazioni per 3 cicli 
 (durata totale circa 1 minuto )

 
Le compressioni toraciche provocano un abbassamento dello sterno schiacciando il cuore contro la colonna vertebrale. Questa spremitura permette al sangue contenuto nelle cavità cardiache di essere spinto in circolo. il rilascio del torace permette poi al sangue di ritornare al cuore.
 
    La frequenza delle compressioni deve essere rapida e decisa. circa 100 atti al minuto , circa 2 compressioni al secondo.
     
Le mani non vanno mai staccate dallo sterno per non perdere ogni volta il punto di riferimento. La pressione sullo sterno deve produrre uno spostamento verso la colonna vertebrale di 4-5 cm in un soggetto adulto, di 2-3 cm in un anziano o in un bambino fino a circa 12 anni e di 1 cm in un neonato.
Al termine dei tre cicli si rivaluta il bambino iniziando dal Circolo, poi Respiro e poi dalle Vie Aeree. Alla prima valutazione negatambulanza2iva si riprende la RCP e si aspetta l’arrivo dei soccorsi avanzati che se non erano stati  allertati in precedenza, è il momento di farlo.

 
 
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Se abbiamo a disposizione un defibrillatore semiautomatico  ci saranno maggiori possibilità di salvare l’infortunato.
A lato piastre posizionate in adulto, nel bambino poiché tendono a toccarsi, si mettono una anteriormente e l’altra posteriormente la gabbia toracica.







Dati presi da Italian Resuscitation Council 2010, Jacopo Pagani et al: RCP in età pediatrica.

domenica 16 dicembre 2012

Pesticidi & Co.

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Tyrone Hayes è uno dei biologi più famosi in America e sta lottando per cercare di eliminare dal mercato americano l’atrazina, un potente erbicida prodotto dalla società svizzera Syngenta, nata nel 2000 dalla fusione tra Astra Zeneca e Novartis con fatturato nel 2009 di 11 miliardi di dollari. Produce anche l’insetticida Cruiser, sospettato di essere corresponsabile della morte delle api.

Tramite il suo sito web chiamato ironicamente atrazinalovers, fornisce al pubblico interessato informazioni inerenti il grosso pericolo che ci circonda. Da questo sito anche io ho preso alcuni riferimenti.

http://www.microsofttranslator.com/bv.aspx?from=&to=it&a=http%3A%2F%2Fwww.atrazinelovers.com%2Fm0.html

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Questo erbicida è stato proibito dall’Unione Europea nel 2004 ma continua ad essere massicciamente utilizzato negli Stati Uniti, Africa, Asia e Medio Oriente ed ogni anno ne vengono immesse nell’ambiente 40.000 tonnellate.

 

 

Ma è proprio così? :…….. Dal Corriere del Veneto.it   03 Ottobre 2009

acqua inquinata - Martini: «Uso indiscriminato della sostanza». Legambiente parte civile

Atrazina, revocata l’ordinanza
All’Alpo si beve dal rubinetto

Cinque anni fa stesso allarme nella stessa zona. Un mese fa il sequestro di Cerea.
“”perché l’atrazina ­e non solo in quella zona, ma in buona parte del Veronese - sem­bra essere un ingrediente quasi fondamentale per far crescere frutta e verdura. Il sindaco Fac­cioli ha già bell’e pronto un espo­sto, contro quell’«infiltrazione». Che però deve essere individua­ta. Già, perché l’atrazina ha una peculiarità non da poco. Quella di essere a «rilascio lento», cioè di permeare il terreno - e quindi le acque - per lungo tempo. In­somma, non occorre che uno ne scarichi un barile in un pozzo. Ba­sta che venga utilizzata nei cam­pi e pian piano, attraverso la ter­ra, arriva alla falda acquifera””.

L’Atrazina è  utilizzata principalmente su coltivazioni  mais, canna da zucchero e grano. Atrazina è più comune contaminante chimico delle acque sotterranee e superficiali. È un potente perturbatore endocrino ( leggere altro post sul blog denominato appunto “perturbatori endocrini” ), con effetti negativi sugli animali selvatici, animali da laboratorio ed esseri umani. L’Atrazina castra chimicamente le femmine della fauna selvatica e nei topi di laboratorio e riduce la funzionalità del sistema immunitario in entrambe i sessi. Induce anche il cancro al seno e alla prostata, ritarda lo sviluppo mammario e provoca l'aborto nei roditori di laboratorio. Studi su cellule e tessuti  umani suggeriscono che l’atrazina è una minaccia anche per la nostra specie.

È  volatile e può ricadere al suolo attraverso l’acqua piovana. Si reputa negli Stati Uniti che ogni anno circa 200 tonnellate di atrazina possano ricadere sulla terra con pioggia e neve. Studi fatti sia negli Stati Uniti che in Europa hanno dimostrato che l’atrazina può viaggiare anche più di 600 km dal punto di applicazione, avvelenando habitat incontaminati, inoltre persiste nell’ambiente e si può riscontrare nelle acque sotterranee anche durante i periodi dell'anno quando non è dispersa nelle colture. Anche non è stata utilizzata per 15 anni, in Francia è stata rilevata nelle acque sotterranee. Oltre gli impatti ecologici sulla terra, di recente, la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), ha mostrato che l’atrazina si può trovare nel fitoplancton marino. Quest’ultimo  serve come cibo per lo zooplancton che è a sua volta cibo per molti giovani pesci , crostacei e numerose specie di balene.

Questo non è che un esempio rispetto alle  tante sostanze chimiche che vengono utilizzate  ed in molti casi possono rivelarsi pericolose per l’ambiente ed il genere umano. Si potrebbe affermare che :

La fonte principale di inquinamento dell’organismo umano non sia l’aria che respiriamo , ma il cibo che ingeriamo.

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I prodotti cancerogeni sono davvero tanti. Talvolta i più pericolosi, dopo decenni di uso intensivo, vengono vietati in molte nazioni ma il problema è che la loro presenza nell’ambiente può persistere. Succede inoltre molto spesso che i fabbricanti di sostanze vietate continuino a produrle destinandole a paesi dalla legislazione più permissiva come America Meridionale, parte dell’Asia ed Africa.
Le sostanze tossiche da noi vietate ritornano al nostro piatto da prodotti alimentari importati da questi paesi. L’ortofrutta rappresenta il pericolo maggiore .

Consumare il più possibile prodotti locali e biologici non ha mai avuto tanto senso come oggi.

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Esistono pochi studi scientifici sui pesticidi a basse dosi, ancora pochissimi sulle loro miscele come quelle che sussistono nel nostro ambiente: nell’acqua, nella frutta, nella verdura che mangiamo.

 

 

Per renderci meglio conto del cocktail di sostanze tossiche che abbiamo nel nostro organismo cito lo studio del 2009 effettuato in America in cui su 2400 volontari sono stati riscontrati nel sangue e nelle urine ben 212 molecole chimiche. Tra queste il Bisfenolo A ( vedere il post sui perturbatori endocrini ) faceva la parte del gigante a seguire pesticidi, insetticidi, il Pfoa  (dal rivestimento delle pentole antiaderenti ) e tanti altri. Cosa comportano queste sostanze in circolo nell’uomo, in una donna in gravidanza oppure in un bambino? Sicuramente nulla di buono.

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http://www.generations-futures.fr/

Uno Studio pubblicato a Dicembre del 2012 da Génerations Futures  ( vedi link sopra ) ha analizzato il cibo mangiato quotidianamente da un bambino di circa 12 anni con un menu giornaliero a base di  porzioni di frutta e verdura, pane, pesce (salmone)  latticini, acqua a volontà, ed una merenda. Prodotti non biologici, acquistati in diversi supermercati, serviti  e riscaldati in contenitori di plastica.

I risultati sono a fianco : 128 residui chimici, 36 pesticidi diversi, 42 sostanze sospette cancerogene, 5 sostanze classificate cancerogene, 37 perturbatori endocrini.

L’incidenza della comparsa di tumori è aumentata in Francia dal 1980 a 2005 del 93% per l’uomo e del 84% per la donna. Parallelamente anche nei bambini uno studio europeo del dicembre del 2004 ha evidenziato un aumento di casi di tumori.

(Consiglio vivamente a chi ha padronanza della lingua francese di leggere il rapporto)

 

All’origine del tumore c’è una cellula attaccata da un agente esterno che può essere un virus, delle radiazioni ( anche quelle dei cellulari : vedere post nel blog ) oppure sostanze chimiche. Se il nostro sistema di difesa funziona, intervengono delle particolari cellule dette natural killer, che identificano questa anomalia e la distruggono.
Se il nostro sistema immunitario è indebolito , questo non succede ed il tumore può impiantarsi.

Proteggiamoci

http://www.richardbeliveau.org/index.php

Nel suo sito, Richard Bèliveau, esperto Canadese su prevenzione e trattamento del cancro, dice:

“L'integrazione di alimenti protettivi nella dieta è molto importante perché noi siamo costantemente a rischio di sviluppare il cancro. Infatti, la maggior parte degli individui ha nascosti nei tessuti, cellule precancerose trasformate che richiedono un ambiente favorevole per crescere. L'uso di molecole antitumorali presenti nella dieta come arma preventiva è quindi un approccio essenziale per mantenere questi tumori in uno stato latente e impedire che progrediscano alla fase di cancro avanzato.

Questo approccio può essere paragonato ad una chemioterapia naturale utilizzando l'arsenale di  molecole anti-cancro presenti negli alimenti per combattere le cellule tumorali che crescono spontaneamente. La prevenzione del cancro attraverso la dieta costituisce uno strumento complementare che chiunque può utilizzare. Queste molecole, chiamate composti fitochimici, sono presenti in grandi quantità in molti alimenti e bevande consumati dagli esseri umani. Una dieta quotidiana contenente una miscela di frutta, verdura e bevande come il tè verde e vino rosso contiene circa 1-2 g di queste sostanze, che corrisponde all'assunzione di circa 5.000-10.000 composti diversi. Queste molecole fanno parte di famiglie ben definite quali polifenoli, composti di zolfo  e terpeni.”

Quali sono gli alimenti protettivi ?

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CAVOLO, CAVOLFIORE, CAVOLETTI DI BRUXELLES, BROCCOLI, AGLIO, CIPOLLA, PORRI , SCALOGNO, BACCHE ROSSE, THE’ VERDE, CIOCCOLATO FONDENTE, VINO ROSSO.

NATURALMENTE PROVENIENTI PREFERIBILMANTE DA AGRICOLTURA BIOLOGICA.

Diversi studi effettuati in America sui bambini alimentati con prodotti provenienti da agricoltura chimica, hanno evidenziato che un cambiamento del regime alimentare faceva sparire i residui di pesticidi nelle urine. Il tasso di pesticidi scende a valori non identificabili dopo 5- 10 giorni di dieta biologica.

L’unica arma per sfuggire agli inquinanti chimici è adottare una sana alimentazione lontana dai fast food e basata principalmente su prodotti biologici. Questo lo dobbiamo ai nostri figli che sono molto più esposti oggi a grossi pericoli  di quanto lo eravamo noi decine di anni fa.

sabato 1 dicembre 2012

Inalazione di corpo estraneo

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L’aspirazione di un corpo estraneo rappresenta una evenienza comune e potenzialmente fatale in età pediatrica. La maggior parte delle morti è conseguente ad asfissia dovuta all’ostruzione delle vie aeree superiori e si verifica nell’ambiente domestico.

La fascia di età più a rischio è quella compresa tra 3 mesi e 6 anni con un picco a 14 mesi. 

Diversi fattori predispongono il bambino al rischio di inalazione, tra questi la scarsa coordinazione tra deglutizione e respiro, la suzione frequente, l’esposizione inappropriata ed imprudente a determinati cibi solidi durante lo svezzamento, la fase orale e la naturale curiosità del bambino verso gli oggetti nuovi.


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In circa il 50% dei casi i corpi estranei inalati sono rappresentati da materiale alimentare (pasta, pezzi di carne, vegetali duri, pane, arachidi, wurstel). Nei restanti casi si tratta di oggetti di diversa natura (parti di giocattoli di plastica, bottoni, monete, spille, sfere metalliche, palloncini.).

 

Un bambino può manifestare una inalazione in modi molto diversi che vanno dall’ aspirazione di materiale microscopico prontamente allontanato dal riflesso della tosse al suo opposto rappresentato dall’ostruzione completa delle vie aeree con asfissia ed arresto respiratorio.

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Solitamente gli oggetti con diametro superiore ai 2 centimetri tendono ad arrestarsi in orofaringe mentre quelli con meno di 15 millimetri di diametro possono localizzarsi tra le corde vocali o scendere lungo la trachea fino alle diramazioni bronchiali.

 

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Ecco come si presenta solitamente un bambino che ha inalato un corpo estraneo:

Mani alla gola e tosse insistente. Come intervenire ?

 

 

Prima cosa : Chiamate soccorso : 118ambulanza2

 

Se il bambino è vigile, tossisce e respira anche con difficoltà : NON FARE NULLA . Rassicurare il piccolo incoraggiandolo a tossire e permettergli di mantenere la posizione che vuole. Se la situazione peggiora, mettere il bambino a pancia in giù appoggiato sulla coscia del soccorritore che si deve inginocchiare o posizionarsi in modo da avere un piano solido declive (il capo del bambino deve essere inclinato verso il basso)
Con una mano afferrare la mandibola del piccolo tra indice e pollice e tenere saldo il  suo capo.

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Con  il palmo dell’altra mano si assesta un colpo deciso al centro della schiena facendo attenzione che la mano si diriga lateralmente senza colpire così la testa. Si danno 5 colpi interscapolari e si passa alla manovra di Heimlich diversa se lattante o bambino.

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Nel caso di un lattante, lo si mette a pancia in su sull’avambraccio appoggiato sulla coscia per creare un piano rigido. La testa rivolta in basso sorretta con la mano. Si visualizza una linea immaginaria tra i capezzoli del lattante, e su questa linea con due dita (indice e medio) sui effettuano 5 compressioni lente e profonde per simulare una tosse.

Nel caso di un bambino, mettendoci alle sue spalle, individuiamo la zona dell’addome compresa tra la fine dello sterno ed ombelico. Con le mani chiuse una sull’altra esercitiamo delle compressioni che vanno dall’esterno all’interno e dal basso verso l’alto.

Se il lattante o il bambino è incosciente, posizionarlo su un piano rigido. Controllare in bocca che non ci sia un ostacolo facilmente rimovibile, in questo caso levarlo. Se è presente ma di difficile rimozione, non fare alcuna manovra per cercarlo di estrarlo  perché si potrebbe peggiorare la situazione, iperestendere il capo ed eseguire 5 insufflazioni ( nel neonato con la nostra bocca comprendiamo anche il suo naso; nel bambino più grande si insuffla bocca/bocca chiudendogli il naso pinzandolo tra 2 dita ) ed in assenza di segni vitali iniziare la rianimazione cardiopolmonare ( vedere post successivo )

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per memorizzare  vi consiglio i seguenti video :

https://www.youtube.com/watch?v=zEgQbmcfor8

https://www.youtube.com/watch?v=PiwoBYqnuvQ

 

 

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